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Io considero l’amore

Io considero l’amore, come pure l’amicizia, non solo come un sentimento ma come una vera azione, che come tale richiede di fare delle cose e di affaticarsi, con la conseguenza di essere esausti e impotenti.

Un amore sincero è come una benedizione, ritengo, benché nulla vieti che ci possano essere occasionalmente tempi duri.

Vincent Van Gogh in una lettera al fratello Theo dell’11 febbraio 1883

da Lettere a Theo, Guanda, 1990, a cura di Massimo Cescon, con un saggio introduttivo di Karl Jaspers

che cos’è disegnare?

Che cos’è disegnare? Come ci si arriva? è l’azione di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile, che sembra trovarsi tra ciò che si sente e ciò che si può. Come si deve attraversare questo muro, poiché non serve a niente battere forte, bisogna minare il muro e trapassarlo con la lima – lentamente e con pazienza, direi.

Vincent Van Gogh, citato (nota 1, p.106) da Maurice Blanchot ne Lo spazio letterario, Einaudi

ricordo

filari di pioppi van gogh

Da nordest soffia il vento
Che mi piace su tutti, perché dona
Ai naviganti un’anima di fuoco
E il buon viaggio.
Ma adesso va’ e saluta,
Tu, la bella Garonna
E gli orti di Bordeaux: corre il sentiero
Là su la sponda ripida e nel fiume
Si sprofonda il torrente, mentre in alto
Stanno a guardia due nobili
Querce, e gli argentei pioppi.

Questo ancor mi sovviene, e come il bosco
D’olmi curva le vaste
Cime sopra il mulino,
Mentre verdeggia nel cortile un fico.
Vengon le brune donne i dì di festa
Lievi sfiorando il serico terreno.
Tempo è di marzo, quando notte e giorno
S’eguagliano, e trasvolano per lenti
Sentieri blande brezze
Gravi di sogni d’oro.

Ma qualcuno mi porga
La profumata tazza
Colma d’oscura luce,
Ond’io possa aver pace; ché dormire
Sotto quell’ombra mi sarebbe dolce.
Buono non è disanimati stare
In pensieri di morte;
È buono aver colloqui, e dire il senso
Del proprio cuore, ed ascoltare a lungo
Il racconto dei giorni dell’amore
E dei fatti che furono…

Friedrich Hölderlin tradotto da Diego Valeri