
Da nordest soffia il vento
Che mi piace su tutti, perché dona
Ai naviganti un’anima di fuoco
E il buon viaggio.
Ma adesso va’ e saluta,
Tu, la bella Garonna
E gli orti di Bordeaux: corre il sentiero
Là su la sponda ripida e nel fiume
Si sprofonda il torrente, mentre in alto
Stanno a guardia due nobili
Querce, e gli argentei pioppi.
Questo ancor mi sovviene, e come il bosco
D’olmi curva le vaste
Cime sopra il mulino,
Mentre verdeggia nel cortile un fico.
Vengon le brune donne i dì di festa
Lievi sfiorando il serico terreno.
Tempo è di marzo, quando notte e giorno
S’eguagliano, e trasvolano per lenti
Sentieri blande brezze
Gravi di sogni d’oro.
Ma qualcuno mi porga
La profumata tazza
Colma d’oscura luce,
Ond’io possa aver pace; ché dormire
Sotto quell’ombra mi sarebbe dolce.
Buono non è disanimati stare
In pensieri di morte;
È buono aver colloqui, e dire il senso
Del proprio cuore, ed ascoltare a lungo
Il racconto dei giorni dell’amore
E dei fatti che furono…
Friedrich Hölderlin tradotto da Diego Valeri