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cinema totale

“Dopo la guerra in corso, si fabbricheranno in grandi serie degli apparecchi riceventi perfezionati. Ma riceveranno solo spettacoli mediocri. Per fabbricare un film che dura due ore occorrono parecchi mesi di lavoro, di messa a punto, di scelta, e un numero considerevole di milioni. Uno studio televisivo, che trasmetterà anche soltanto dieci ore al giorno di spettacolo sempre nuovo, non potrà permettersi il lusso di una tale preparazione. Le emittenti si trasformeranno in surrogati di teatri, e ci mostreranno tutti i divi e tutti i repertori delle sale sovvenzionate. Inframezzeranno questi spettacoli polverosi con vedute all’aria aperta, con attualità sportive. Utilizzeranno tutto quello che non costa niente. E, naturalmente, cercheranno di proiettare dei film. Nondimeno le compagnie capitaliste di produzione si opporranno, perché se lo spettatore riceve il cinema a casa, non passerà più al botteghino. Come prendergli, allora, il suo denaro?
Anche se il cinema diventa un’industria statale, lo Stato non potrà distribuire gratuitamente, al vento, ciò che sarà costato tanti sforzi e inoltre somme sempre più considerevoli. Dovrà trovare il mezzo di fare pagare lo spettatore in camera sua.”

 

“Comunque, qualunque sia il procedimento che sarà adottato, il cinema disporrà un giorno del volume, come dispone oggi del suono e del colore.
Cosa se ne farà? I primi realizzatori che utilizzeranno il rilievo si divertiranno a dare alle folle il fremito della sorpresa e della paura. Sugli spettatori tranquillamente seduti sulle loro poltrone, precipiteranno delle macchina urlanti, delle belve inferocite, delle tempeste.
Passata la prima emozione, con il mondo abituato a questo nuovo giocattolo, occorrerà diventare seri. Allora i commercianti, che sono i padroni del cinema mondiale, reclameranno cosce e seni, poiché è ancora questo che attira di più i consumatori. E potendo offrirglielo a colori “naturali” e in rilievo, “dando così perfettamente l’illusione della realtà”, e certo che essi correranno ai botteghini.”

 

da Cinema totale di René Barjavel, Editori Riuniti, 2001, trad. di Ribes Sappa

Il libro è stato scritto tra i primi anni ’30 e il 1940, uscito fortunosamente il 20 luglio 1944 per le éditions denoël

lodi della televisione

l’italia di mussolini
era un luogo incantevole e felice,
solo a non essere italiani:
e incantevole il mondo –
ma solo in quanto spettacolo.
chiuditi dunque, amico,
col tuo televisore: altri ha solcato
per te gli oceani, le terre
esplorato, trascorso fino il cielo,
e tu t’affacci sulla varia vita
dal tuo balcone d’ombra,
come ciò fosse per il tuo piacere,
come non complottasse la tua morte
l’ultimo filo d’erba.

da Il tradimento, tommaso landolfi, rizzoli 1977

 

homo consumans


da un’ora cerco senza successo su http://images.google.it/ un’immagine che riproduca lo spazio compreso tra un paio di occhi ed uno schermo televisivo o cinematografico: sguardo osceno, imbarazzante.

ecco la scansione di un’immagine tratta dal libro di guy debord opere cinematografiche bompiani

 

tale oscenità è il motivo per cui è invece facile trovare immagini che escludono tale sguardo: