
Si ipotizzano due centri di pari forza situati a una data distanza l’uno rispetto all’altro. Dalla loro interazione deriverà un comune centro di equilibrio, posto tra di loro. Similmente, una configurazione triangolare si equilibrerà in un centro di equilibrio che potremo determinare intuitivamente. Ogni configurazione visuale, qualunque sia il suo grado di complessità, possiede un simile centro di equilibrio.
Tra i diversi centri tende a svilupparsi una forte connessione dinamica, in virtù della quale possiamo ad esempio vedere due punti quasi fossero una linea, o tre punti quasi fossero un triangolo. le linee che possiamo tracciare per collegare tali punti, sono in definitiva ridondanti, essendo già date per induzione. La penna esegue e palesa quanto la struttura suggerisce.
Considerando una linea per così dire microscopicamente, scopriremo che essa è una fila continua di centri, ciascuno dei quali crea attorno a sé un proprio campo di forze. La direzionalità inerente al loro combinarsi ci consente di percepire la totalità come un singolo centro stesso, ossia la linea.
Esso è un centro dotato di un ordine strutturale superiore a un qualsiasi altro dei fuochi, ossia dei punti, che la compongono. Similmente, una configurazione triangolare approda a un singolo centro dinamico di ordine strutturale superiore. La sua azione dinamica, corrispondendo alla sua forma più complessa, è anch’essa più complessa. Il campo che crea non è omogeneo in tutte le direzioni, come lo è quello di un fuoco concentrato in un punto. L’effetto combinato della struttura complessiva consiste nel rafforzare l’effetto in certe direzioni, e di attenuarlo in altre.
da Il potere del centro, Rudolf Arnheim, Abscondita, trad.di Angelica Tizzo
Linea composta dai punti A e B
Triangolo composto da A, B e A1, in cui A=riproduzione su acetato di A1 o riproduzione fotografica per mano di B (mentre nel film il triangolo era A, B, C)