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appunti per 24 scatti n.11

I buoni attori e i buoni registi hanno dimostrato che i migliori effetti si ottengono quasi sempre “recitando” il meno possibile. E i grandi attori sanno ottenere con la loro sola presenza un effetto sostanziale. Soprattutto per l’influenza  dei film sovietici si è sviluppata la tendenza a limitare sempre più il gioco dei lineamenti e a usare l’attore come uno degli “oggetti” scelti per il suo carattere tipico. Per questo occorre naturalmente una sceneggiatura ben fatta. Se l’attore non “recita”, il suo stato d’animo dev’essere reso perfettamente chiaro in ogni momento da quel che accade attorno a lui.

da Film come arte, Rudolf Arnheim, Abscondita, trad.di Paolo Gobetti

il fatto sconcertante che noi guardiamo il mondo obliquamente (appunti per 24 scatti n.4)

Anziché essere di fronte a esso come spettatori, siamo dentro di esso e vi apparteniamo. E pertanto lo consideriamo parzialmente, e in base a una prospettiva personale. La nostra visione interpreta ma anche fraintende, la nostra posizione personale nel mondo, dilemma che deriva dalla funzione ambigua della mente umana. In modo tipicamente e forse esclusivamente umano, partecipiamo attivamente a ciò che accade nel mondo, e nel medesimo tempo cerchiamo di considerarlo con il distacco di un osservatore.

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Il potere del centro può servire inoltre a creare una contraddizione tra un elemento deliberatamente piccolo e la sua importanza cruciale per la storia rappresentata.

da Il potere del centro, Rudolf Arnheim, Abscondita, trad.di Angelica Tizzo

appunti per 24 scatti n.2

La proiezione ottica va dunque progettata come visione inclinata di una composizione scenica che possiede un ordine e un significato in sé per sé. Ad esempio, danzatori in cerchio attorno a una figura centrale sono disposti per esser visti non come un cerchio distorto, vale a dire come un’ellisse, bensì come un cerchio visto lateralmente. Da qui il duplice compito del regista, che deve organizzare l’azione in scena secondo la sua logica, ma al tempo stesso deve anche tener conto della sua proiezione rispetto alla prospettiva inclinata degli spettatori.

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Tali osservazioni in merito al teatro e alla pittura rappresentativa evidenziano il fatto sconcertante che noi guardiamo il mondo obliquamente. Anziché essere di fronte a esso come spettatori, siamo dentro di esso e vi apparteniamo. E pertanto lo consideriamo parzialmente, e in base a una prospettiva personale. La nostra visione interpreta ma anche fraintende, la nostra posizione nel mondo, dilemma che deriva dalla funzione ambigua della mente umana. In modo tipicamente e forse esclusivamente umano, partecipiamo attivamente a ciò che accade nel mondo, e nel medesimo tempo cerchiamo di considerarlo con il distacco di un osservatore.

da Il potere del centro, Rudolf Arnheim, Abscondita, trad.di Angelica Tizzo

appunti per 24 scatti n.1

Si ipotizzano due centri di pari forza situati a una data distanza l’uno rispetto all’altro. Dalla loro interazione deriverà un comune centro di equilibrio, posto tra di loro. Similmente, una configurazione triangolare si equilibrerà in un centro di equilibrio che potremo determinare intuitivamente. Ogni configurazione visuale, qualunque sia il suo grado di complessità, possiede un simile centro di equilibrio.
Tra i diversi centri tende a svilupparsi una forte connessione dinamica, in virtù della quale possiamo ad esempio vedere due punti quasi fossero una linea, o tre punti quasi  fossero un triangolo. le linee che possiamo tracciare per collegare tali punti, sono in definitiva ridondanti, essendo già date per induzione. La penna esegue e palesa quanto la struttura suggerisce.
Considerando una linea per così dire microscopicamente, scopriremo che essa è una fila continua di centri, ciascuno dei quali crea attorno a sé un proprio campo di forze. La direzionalità inerente al loro combinarsi ci consente di percepire la totalità come un singolo centro stesso, ossia la linea.
Esso è un centro dotato di un ordine strutturale superiore a un qualsiasi altro dei fuochi, ossia dei punti, che la compongono. Similmente, una configurazione triangolare approda a un singolo centro dinamico di ordine strutturale superiore. La sua azione dinamica, corrispondendo alla sua forma più complessa, è anch’essa più complessa. Il campo che crea non è omogeneo in tutte le direzioni, come lo è quello di un fuoco concentrato in un punto. L’effetto combinato della struttura complessiva consiste nel rafforzare l’effetto in certe direzioni, e di attenuarlo in altre.

da Il potere del centro, Rudolf Arnheim, Abscondita, trad.di Angelica Tizzo

 

Linea composta dai punti A e B

Triangolo composto da A, B e A1, in cui A=riproduzione su acetato di A1 o riproduzione fotografica per mano di B (mentre nel film il triangolo era A, B, C)