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figura come prefigurazione

L’opposizione figura/verità va scomparendo, poiché sotto la figura si dissimula qualcos’altro: una verità sempre presente e tuttavia avvenire.

da La testa senza il corpo. Il viso e l’invisibile nell’immaginario dell’Occidente, Julia Kristeva, Donzelli Editore, trad. di Alessia Piovanello. pag. 74

altri appunti: pitture rupestri, scene di caccia, raffigurazioni propiziatorie

All’ombra dei cipressi

martin lewis 1932 puntasecca

All’ombra dei cipressi e fuor dell’urne
Confortato di pianto è il dormiveglia
Della vita men duro? Ci si sveglia
Ogni mattina e non sapresti addurne

Altra ragion che il trillo della sveglia
Altro motivo che le ore notturne
So son scocciate a stare taciturne
E bercian luce dandoti la sveglia

Se il problema sia essere o non essere
Ancora sperso in un mare d’assenzio
Punto per punto la mia vita a tessere

Non so capir che dice la natura
Se è meglio che ‘sto resto sia silenzio
O meno peggio sia letteratura.

da Rimato a morte, Giulio Braccini, Edizioni Braccine

Sono libri

martaeclementina

 

Nuto rovistava in quella cassa –c’era un carico di libri stracciati, di vecchi fogli color ruggine, quaderni della spesa, quadri rotti. Lui faceva passare quei libri, li sbatteva per levargli la muffa, ma a toccarli per un po’ le mani ghiacciavano. Era roba dei nonni, del padre del sor Matteo che aveva studiato in Alba. Ce n’era di scritti in latino come il libro da messa, di quelli con dei mori e delle bestie, e così avevo conosciuto l’elefante, il leone, la balena. Qualcuno Nuto se l’era preso e portato a casa sotto la maglia, “tanto, -diceva- non li adopera nessuno”. – che fai? –gli avevo chiesto, -non comprate già il giornale?
– Sono libri, -disse lui, – leggici dentro fin che puoi. Sarai sempre un tapino se non leggi nei libri.

da La luna e i falò, Cesare Pavese, Einaudi

ciò che verso la vita spinge forte

Giulia Zingali

Ciò che verso la vita spinge forte, è concausa di morte.
– Se or copro il tuo corpo e ne fo scempio, all’empio esempio adempio più ampio del creato ch’è un tempio.
Le guardò intensamente la colmezza del seno. Nel volume convesso il richiamo del sesso. Eppur che tenerezza in quel latteo biancore, qual speranza, che amore! E ancor più forte chiama il recondito sito, al centro del candore il bersaglio brunito, la macchia cespugliosa che nasconde la rosa, mirabil fonte di vita futura, segno di sepoltura.
In quel pelo si vince per un pelo l’ampio sbilancio tra cielo e sfacelo.

da Controcielo. Romanzo grottesco, Mauro Marè, All’insegna del pesce d’oro

l’irrealtà quotidiana

bernarda bryson shahn the beautiful sleeper of malta 1985

Ma la irrealtà è davvero la coscienza? Essa ha un marchio tutto diverso dalla coscienza. Torna all’inizio infinitesimale di una piega dell’incurvamento di F. su se stesso, quindi somiglia alla coscienza. Ma poi vi è in essa un disorientamento, un buio, una cupezza che sono il contrario della coscienza. D’altra parte ancora, essa è una vertigine, ma “spirituale”, perché il disturbo non deforma in F. la percezione delle cose, del mondo, del corpo. Sottrae, ma non altera. È una vertigine meta-fisica, breve, trasparente e insieme cupa, che non impaccia il gesto e la parola; di cui gli altri non ricevono il minimo segnale esterno; il comportamento di F. era intatto nel mondo mentre dentro distruggeva il mondo.

(…)

Il sentimento d’irrealtà (…) è un incrocio-ingorgo fra la perdita della ovvietà quotidiana concepita come verità e la medesima perdita di concepita come catastrofe, da parte di uno il cui amore per il mondo è disfatto.

(…)

Sta di fatto che improvvisamente la sera in un salotto fra la gente e le poltrone F. provava il suo torbido stravolgimento di pensiero, o guardando in faccia quello con cui parlava o abbracciando con lo sguardo tutti, stordito.

(…)

Il sentimento di irrealtà può togliere allo spirito l’oggetto e non restituirglielo più. Nel movimento dell’andare mio verso l’oggetto e del tornarmene da esso a me, insinua una frattura tra me e l’oggetto. Si affina così nel soggetto una “contemplazione” che non è soltanto autocoscienza e che si sporge su una dolorosissima mancanza o distorsione prospettica dell’oggetto (come sé e come realtà), sul vuoto, sull’irreale.

da L’irrealtà quotidiana, Ottiero Ottieri, Guanda

antoine d'agata

Notte di giugno

La luce indugia
chiara risplende la notte.

Danza cerbiatto, annusa il fieno!
La terra è un’isola di fiori.

da Dikter  Anders Österling, Casa Editrice Italica, trad. di Giacomo Oreglia

Io non sono nessuno. Solo un amico
che ancora vaga a mezzanotte.

Per seguire le orme della rugiada
ho lasciato indietro i miei anni.

L’alito delle orchidee
io sento, dunque io vivo.

Solo un velo, una lieve fessura
separa la vita delle cose dalla mia.

Come un lontano canto dell’infanzia
rinasce al mio tacito andare
tutto ciò che una volta allietava il mio cuore:
animali e fiori e la notte di giugno.

Dikter, Anders Österling, Casa Editrice Italica Stockholm – Roma, trad.di Giacomo Oreglia

i letterati

I letterati son la base delle civiltà (ne garantiscono la continuità) e al contempo un’istanza distruttrice, un sostegno e una minaccia: permettono la costituzione di un ordine, ma sono anche partecipi della contestazione rivolta a quell’ordine. Perché la forza dei testi del passato è proprio quella di essere stati, cioè di non essere (o non essere più); e se la rivoluzione consiste nel sostituire all’esistente il non-esistente, allora non vi è nulla di più rivoluzionario del passato. Ciò che sorge dal presente lo rinforza: ne è il semplice sviluppo. Ma la permanenza contro natura di ciò che ha a che fare  con il passato, tornando, distrugge il presente, pur avendolo prodotto. Anzi, proprio perché lo ha prodotto.
è questo il vero scopo della pratica e dell’insegnamento delle lettere al giorno d’oggi: mantenere attivo il doppio postulato della letteratura, considerata al tempo stesso come espressione del reale e come potere di distacco dalla realtà; lasciarsi demolire da quei testi che hanno costruito il nostro mondo, che hanno costruito noi e che, allo stesso tempo, non sono noi; oppure, al contrario, demolirli, che è poi lo stesso. La differenza tra cultura e intrattenimento (entertainment) emerge proprio qui, con grande precisione.

da Il letterato: usi e costumi. Da Confucio a Barthes, la storia bizzarra di una specie anomala, di William Marx, Guanda, trad.di Marcella Uberti-Bona

Grazie a Federico Fantinel: benedico la grandezza con cui eserciti il tuo potere

 

sonetto

Lungo spettro d’argento commosso
il vento della notte che sospira
aprì con mano grigia la mia ferita antica
e fuggì via: io desideravo.

Piaga d’amore che mi darà la vita
con sangue perpetuo e pura luce.
Crepa dove Filomena ammutolita
metterà bosco, dolore e nido bianco.

Ah, che dolce rumore nella mia testa!
Mi coricherò vicino al fiore semplice
dove vive senz’anima la tua bellezza.

E l’acqua errante diventerà gialla
mentre scorre il mio sangue nella macchia
odorosa e bagnata della riva.

da Romancero gitano e altre poesie, Federico Garcia Lorca, Guanda, trad.di Carlo Bo