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congedo

La pioggia ha ripulito gli erti muri di case
io scrivo sopra l’arco di pietra bianca
e lievemente sento
rafforzarsi la mano stanca ai versi
d’amore, dolci eterni ingannatori.

Io veglio nella notte tempestosa sui flutti alti del mare!
E sfuggii forse alla mano amorosa
del mio angelo: ho ingannato il mondo, e il mondo me.
Vicino alle conchiglie, nella sabbia,
ho sepolto la salma.

Leviamo gli occhi ad un unico cielo –
e ci invidiamo la terra?
Perché Dio balenando ha trasmigrato ad Oriente,
travolto dall’immagine delle sue creature?

Io veglio nella notte tempestosa sui flutti alti del mare!
E quel che mi unì al giorno di riposo
della Sua creazione, è come un tardo stormo d’aquile
sparito in questo buio minaccioso.

Da Ballate ebraiche e altre poesie, Else Lasker-Schūler, Giuntina