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quasi

 

un poco più di sole…ed ero brace
un poco più d’azzurro…ed ero oltre.
per riuscire mi è mancato un colpo d’ala…
potessi almeno restare al di qua…

stupore o pace? invano…tutto è svanito
in un basso mare di spuma ingannatore;
e il grande sogno svegliatosi in bruma,
il grande sogno – ahimè! – quasi vissuto…

quasi l’amore, quasi il trionfo e il fuoco,
quasi il principio e la fine – quasi l’espansione…
ma nell’animo mio tutto si scioglie…
eppure niente è un’illusione!

tutto ho iniziato sempre…e tutto errato…
– ah, il dolore senza fine di esser-quasi…-
io fallii per gli altri, ho fallito in me,
ala che si slanciò ma non volò…

momenti d’anima dissipati…
templi dove mai misi un altare…
fiumi smarriti e non condotti al mare…
ansie sofferte, che non ho fissato…

se mi vagheggio trovo solo indizi…
ogive a mezzogiorno – sono sbarrate;
e mani di eroi, empie, intimorite,
hanno cinto di grate i precipizi…

in uno slancio fradicio di accidia,
tutto intrapresi e nulla conquistai…
oggi di me rimane il disincanto
di ciò che senza vivere baciai…

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un poco più di sole…ed ero brace
un poco più d’azzurro…ed ero oltre.
per riuscire mi è mancato un colpo d’ala…
potessi almeno restare al di qua…

Mario de Sa-Carneiro Parigi, 13 maggio 1913 (da Dispersione, Einaudi)

 

un’altra sosta

Appoggiami la testa sulla spalla:
ch’io ti carezzi con un gesto lento,
come se la mia mano accompagnasse
una lunga, invisibile gugliata.
Non sul tuo capo solo: su ogni fronte
che dolga di tormento e di stanchezza
scendono queste mie carezze cieche,
come foglie ingiallite d’autunno
in una pozza che riflette il cielo.

Antonia Pozzi a L.B. Milano, 23 aprile 1929

fiabe

Vai a un reame di vento,
cauta rechi
sul capo una ghirlanda
di primule.

Sugli alberi le donne
con i capelli verdi,
nelle cascate i nani
che sanno il destino –

i pallidi guerrieri fra le barance,
le fanciulle che muoiono
per desiderio di sole –

e le capanne abbandonate
fra le miosotidi,
le pianure
d’asfodeli in cima alle rocce –

porte che si spalancano
su tesori sepolti,
arcobaleni che giacciono
infranti nei laghi –

Sali per la morena azzurra,
tra i filari di guglie grigie:
porti sulle spalle
un bambino
addormentato.

Antonia Pozzi 18 febbraio 1935