Linguaggio nascente
La bambina (30 mesi) chiede: Keèkuesto?
Le si dice: un annaffiatoio.
Lei ripete: annaffiatoio. Ed eccola soddisfatta.
L’acquisizione del nome le basta. L’oggetto ha perso il suo mistero – –
Giacché essa ha già imparato che basta il possesso del nome per disporre della cosa nella misura in cui ne dispongono i “grandi” da lei interpellati. La sensazione di saperla nominare la soddisfa.
Ciò mi riporta a chiedere che idea si faccia questa bambina di quei grandi, e di se stessa -, e dell’ineguaglianza tra lei e loro,- e del decrescere di questa ineguaglianza. Domanda senza risposta. I grandi sono quegli esseri che sanno i nomi di tutte le cose.
Un po’ più tardi arrivano i Perché? Prima s’impara a nominare le cose che corrispondono ai bisogni. Quindi, le cose si fanno notare e stimolano le attività del toccare, maneggiare…Quindi (1937, Senza Titolo, XX, 110)
(…)
L’Altro e il linguaggio
L.
Il problema risolto a tentoni mediante il linguaggio è questo:
+ Bisogno – di un “Altro” appreso da
– Infanzia/Madre;
– Famiglia;
– Sesso.
+ Creazione dell’Altro.
+ Idea del Simile – Amico? Nemico? attratto -respinto. Valori conferiti agli Altri.
Identificazione – Similarità di riflessi, dei bisogni, di sensazioni paragonabili per i loro effetti esteriori – Fuga, ecc.
– Scambi – Segni di consenso o di rifiuto. Atti – mimica di atti (vuoti) riprodotti dall’Altro.
= Vieni qua! Vattene! Dàa! Fallo per me! Fallo con me! Alt! Attenzione! Attento! – Prendi – Fa’ in vero quello che io ti faccio in segno.
Segno è l’atto vuoto – ovvero un atto (come il grido puro) volto a provocare l’attenzione, avviso postale con posizione.
La voce.
Lo scambio di segnali con l’Altro diventa parte integrante del Medesimo – e vi si sviluppa.
Il linguaggio interiore crea un Altro nel Medesimo.
I segni si classificano in base al genere di atti – e fra questi gli atti fonici. L’atto fonico e le sue possibilità – e le sue variabili: Intensità, Toni, vocali e consonanti – Implesso Combinatorio.
Qui l’analisi determinante della sostituzione dell’espresso al contrastato. Il Pensiero organizzato è tale soltanto mediante un linguaggio – consiste in uno scambio perpetuo fra cosa – idea di cosa – e atto/segno.
Idea presa per cosa, questo richiesto dal pensiero – senza di che o esso si dissolve, o si sviluppa secondo tutte le variabili (cfr. il sogno) e tutte le proprietà associative o trasformazioni, armoniche ecc. della mente. (1941, Senza titolo, XXIV, 288)
da Quaderni, vol. II, Paul Valéry, Adelphi