
Sono perfetto, bellissimo
non sarò mai più bello di così
indistinguibile dai miei panni
A un tratto perdo sangue dal naso
a un tratto lo perdo da anni
La mia fotografia gira per strada
di striscio, di sbieco lì mi presento
sto fermo ovunque io vada
poche chanches ch’io esca
molto rischio ch’io cada
Gatti – spargono la città di pozzi
mi trivellano in cerca d’odio
non si fermano ai surrogati,
vene purissime d’oro,
stanchi d’essersene separati
Ed è una serie di sogni
è un elenco di vie con il nome
col nome che non le sostituisce
nomi intrecciati in nodi
mentre l’elenco impazzisce
Un’estate di bassi fondali
un inverno di gradini
dov’è che vorresti salire?
scendi al riparo dei mali
La pioggia allaga il piazzale
congiura nelle mie scarpe
ecco distanza e profondità
freddo l’ascensore risale
mai che l’angoscia si affidi
che il lampadario s’infogni…
Ma è una serie di sogni
che mulina cangiante
è l’ombra mancante
al vetro illuminato
è l’acqua smarrita
nello scheggiato bicchiere
la nottola collocata
dentro un milione di sere.
da Il bene materiale, Paolo Febbraro, Scheiwiller