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appunti per Mi chiamo M.M. n.16

da maurice sans terre

Il legame tra noi e l’oggetto estetico sembra situarsi a un livello più profondo di quello dei meccanismi dell’associazione o della rimembranza, che appartengono certamente al piano cerebrale e conscio, ed evoca quelle predisposizioni inconsce o subconsce, quelle affinità profondamente radicate, non elette, tra le configurazioni della ricreazione e quelle dello stimolo che gli alchimisti definivano, nel campo delle alleanze fra elementi, come ‘simpatie’. Il testo, la struttura musicale, il quadro o la forma, soddisfano, in un senso che potrebbe essere quasi letteralmente spaziale, delle aspettative, dei bisogni che non conoscevamo. Aspettavamo qualcosa e non sapevamo che esistesse, che ci potesse completare. La scossa della corrispondenza – può essere attutita e resa così graduale da sfuggirci, o quasi – rivela che siamo posseduti dalla cosa di cui entriamo in possesso.

da Vere presenze, George Steiner, Garzanti

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la presenza di questo singolo, consapevole rappresentante della specie umana

gatto allo specchio

La presenza di questo singolo, consapevole rappresentante della specie umana che ormai si dissipa “in tanti popoli quanti saranno gli uomini”, è segno dell’ineludibile consapevolezza dell’ “arcano mirabile e spaventoso dell’esistenza universale”, enigma che non allude mai a nulla, assoluta mancanza di senso che trascende i principi della ragione umana.
Muovendo dalla vivente contraddizione di un’esistenza individuale che ricerca unicamente la felicità e per sua stessa natura non può raggiungerla, Leopardi delinea strategie e atteggiamenti diversi, possibilità di vita che interrogano il rapporto con la scrittura oscillando tra il rifiuto altissimo ed eroico e il fragile equilibrio ironico di una conseguita saggezza.

da Tre annotazioni sulle figure del saggio e dello scrittore nelle Operette Morali, Marco Federici Solari, in Sulle Operette Morali – Sette studi, a cura di Antonio Prete, Piero Manni, 2008

l’aspetto della gioia

Rivedendo in capo a qualche anno una persona ch’io avessi conosciuta giovane, sempre alla prima giunta mi è paruto vedere uno che avesse sofferta qualche grande sventura. L’aspetto della gioia e della confidenza non è proprio che della prima età: e il sentimento di ciò che si va perdendo, e delle incomodità corporali che crescono di giorno in giorno, viene generando anche nei più frivoli o più di natura allegra, ed anco similmente nei più felici, un abito di volto ed un portamento, che si chiama grave, e che per rispetto a quello dei giovani e dei fanciulli, veramente è tristo.

Pensieri – LXXX, Giacomo Leopardi

foto di Pierre Bonnard, avuta grazie a Maurice Sans Terre

Quell’andarsene nel buio dei cortili…

Robert Doisneau, dono di Maurice Sans Terre

Mi attendono nascosti. Talvolta
li ho portati alla vita, al grande
alfabeto del momento. Ma loro tornano lì,
muti, si stringono a un palo,
non ne vogliono sapere. E il mondo
sembra un’eco della frase
che non trovano più, caduti nel buio
di un gesto qualunque, un sabato,
in un centro commerciale.
Parlo di eroi, naturalmente, corpi
che sul quaderno avevano una spina.

da Quell’andarsene nel buio dei cortili, Milo De Angelis, Mondadori

dedicato al piccolo Ferdinand