Il legame tra noi e l’oggetto estetico sembra situarsi a un livello più profondo di quello dei meccanismi dell’associazione o della rimembranza, che appartengono certamente al piano cerebrale e conscio, ed evoca quelle predisposizioni inconsce o subconsce, quelle affinità profondamente radicate, non elette, tra le configurazioni della ricreazione e quelle dello stimolo che gli alchimisti definivano, nel campo delle alleanze fra elementi, come ‘simpatie’. Il testo, la struttura musicale, il quadro o la forma, soddisfano, in un senso che potrebbe essere quasi letteralmente spaziale, delle aspettative, dei bisogni che non conoscevamo. Aspettavamo qualcosa e non sapevamo che esistesse, che ci potesse completare. La scossa della corrispondenza – può essere attutita e resa così graduale da sfuggirci, o quasi – rivela che siamo posseduti dalla cosa di cui entriamo in possesso.
da Vere presenze, George Steiner, Garzanti