La sua casa era l’ultima del paese,
dopo il Cimitero, dopo lo Scannatoio;
rammento che incominciava, la sua strada,
dove, dietro la siepe, fiorivano molti meli.
“Oh cani” io dicevo a quelli del padre “tacete!”
e, svelto, gettavo loro un tozzo di pane.
Ma i cani erano molti: ahi che coro!
Al Canile ne impallinavano un paio al giorno.
Per il resto, passato il Canile, erano rose di maggio,
erano: e convolvoli bianchi e celesti per le siepi,
noi dietro una stavamo nascosti come cani;
temendo, anch’io, il piombo di suo padre.
(1934)
da Pianete, Luigi Bartolini, Vallecchi Editore
Mergnano San Savino!