We are a strange loop (a proposito degli anelli di Hofstadter)
Suggestione da Il gioco del Quadriglio, di Dario Sutter, Fedeltà del Suono n.8 Maggio 1992
Gli pareva ora insomma che una larga ondata di lirico vibrare esultasse per entro la stessa opaca durezza del materiale mondo. Il mondo pigliava un’anima, i morti oggetti vivevano, la vita di tutti i giorni cantava spiritualizzata come se il sogno la dilatasse estendendola:
Souvent dans l’être obscur habite un Dieu caché;
Et, come un œil naissant couvert par ses paupières,
Un pur esprit s’accroît sous l’écorce des pierres.
Egli ripeteva a sé piano il sonetto di Gérard de Nerval come se gli esprimesse a pieno questa sua specie nuova di ebbrezza. E veramente che le cose son vive, veramente ch’eran più e diverse da quel che parevano: avevano nascosti significati (rilesse come ad eccitare la sua stessa eccitazione i suoi occultisti e le cabale a lungo un tempo per curiosità studiati, rilesse leone hebreo, i frammenti di Pitagora, Dante, tuttociò che gli moltiplicasse per fantastiche suggestioni la vita del mondo), eran come geroglifici e cifre. Non pensava a ciò partitamente credendoci, ma era come in una sconfinante ricchezza, come in un gorgogliante abbondare di sentimento su ad invadergli la netta intelligenza, a popolargli di vita gli oggetti e le più consuete cose.
da Il peccato, Giovanni Boine, Garzanti