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voi attenderete al vostro libro et io mi offerisco revisore

Giorgio Vasari

Paolo Giovio in risposta a una lettera di Giorgio Vasari, da Roma il 2 aprile 1547 così scrive:

“La vostra lettera è ttutta da filosofo, come spero che farete in compilare il bel libro delli famosi pictori, qual vi farà certo immortale. Perché in fatto, le cose che avete fatto in Monte Oliveto in Napoli a quelli tiranni delle frittate grosse e grasse, alla fine fine faranno cacabaldole, consumate dal salnitro e dalle tarle, ma quello che scriverete non lo consumerà il ladro tempo, qual suole consumare li visi delle sposate in termine d’uno anno”.

Sacrestia del Vasari a Monteoliveto a Napoli

al fidejussore

antonio allegri da correggio autoritratto

Fu molto d’animo timido, e con incommodità di se stesso in continove fatiche esercitò l’arte, per la famiglia che lo aggravava: et ancora che e’ fusse tirato da una bontà naturale, si affliggeva nientedimanco più del dovere, nel portare i pesi di quelle passioni, che ordinariamente opprimono gli uomini. Era nell’arte molto maninconico e suggetto alle fatiche di quella e grandissimo ritrovatore di qualsivoglia difficultà delle cose, come ne fanno fede nel Duomo di Parma una moltitudine grandissima di figure, lavorate in fresco e ben finite, che sono locate nella tribuna grande di detta chiesa nelle quali scorta le vedute al di sotto in su con stupendissima meraviglia. Et egli fu il primo che in Lombardia cominciasse cose della maniera moderna.

da Le Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri. Nell’edizione per i tipi di Lorenzo Torrentino, Firenze 1550, Giorgio Vasari