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appunti per Mi chiamo M.M. n.20

(…)

tre sono gli aspetti del lavoro sulla memorizzazione. Innanzitutto la quotidianità messa completamente a nudo, poi la ricerca della mia storia personale in modo tradizionale e, per finire, questa memoria di finzione. Ce n’è perfino un quarto, che apparterrebbe al genere, diciamo, “della cifratura”, dell’iscrizione completamente cifrata, e che sarebbe l’introduzione di elementi di ricordi in una finzione quale La vie mode d’emploi, ma ad uso praticamente interno. Ovvero solo io e qualche altra persona possiamo esservi sensibili.

da Il lavoro della memoria (Intervista di Frank Venaille), in Sono nato, Georges Perec, Bollati Boringhieri, trad.di Roberta Delbono

appunti per Trentasei e dieci vedute n.10

Helen Levitt 1940

Ogni opera è lo specchio d’un altra. Un numero considerevole di quadri, se non tutti, assumono il loro vero significato in funzione di opere precedenti che vengono sia semplicemente riprodotte, integralmente o parzialmente, sia, in maniera molto più allusiva, incorporate.

da Un cabinet d’amateur, Georges Perec

mi ricordo…

la scrittura la memoria

Spera che, per far uscire il figlio dall’autismo, ci sarà da qualche parte, come se il trauma fosse stato causato da un’amnesia, “lo spazio, l’ansa, l’orizzonte, la spiaggia, la diga ove potrebbe avvenire il miracolo” e che si troverà “sul mare un’isola, un atollo, uno scoglio, un capo ove improvvisamente tutto potrà succedere, ove tutto si squarcerà, tutto s’illuminerà, ove basterà un’aurora un po’ speciale o un tramonto o qualsiasi avvenimento di qualche uccello, un branco di balene, la pioggia, la calma assoluta, il torpore di una giornata torrida”.

da Georges Perec. La letteratura come gioco e sogno, Claude Burgelin, Costa & Nolan, cit.da W ou le souvenire d’enfance di Georges Perec

n’ata vota?!

Rober Doisneau La sonnette 1934

Hai vissuto poco, eppure tutto è già detto, già finito (…) Avrai un bello scendere in strada e far volare via i cappelli della gente, coprirti la testa d’immondizie, andare a piedi nudi, pubblicare manifesti sparare rivoltellate al passaggio di qualche usurpatore, non servirà: è già pronto il tuo letto nel dormitorio del manicomio, il tuo coperto è apparecchiato al tavolo dei poeti maledetti. Vascello ebbro, miserabile miracolo: lo Harrar è un’attrazione da fiera, un viaggio organizzato. È tutto previsto, tutto pronto nei minimi particolari: i grandi slanci del cuore, la fredda ironia, lo strazio, la beatitudine, l’esotismo, la grande avventura, la disperazione.

da Un uomo che dorme, Georges Perec, Quodlibet

appunti per Trentasei e dieci vedute n.7

Carl Mydans 1954

Il mezzo fa parte della verità quanto il risultato. Occorre che la ricerca della verità sia vera anch’essa; la ricerca vera è la verità spiegata, le cui membra sparse si ricongiungono nel risultato.

Karl Marx citato da Claude Burgelin in Georges Perec. La letteratura come gioco e sogno, Edizioni Costa & Nolan

appunti per Trentasei e dieci vedute n.3

appunti trentasei e dieci vedute

Alla ricerca di una differenza:
Il Café de la Mairie è chiuso (non lo vedo; lo so perché l’ho visto scendendo dall’autobus)
Bevo una vittel mentre invece ieri prendevo un caffè (in che cosa questo trasforma la piazza?)
Il piatto del giorno del Fontaine St Sulpice è cambiato (ieri c’era il merluzzo)? Non c’è dubbio,ma io sono troppo lontano per decifrare cosa c’è scrito sulla lavagna dove viene annunciato il piatto.
(2 pullman di turisti, il secondo si chiama “Walz Reisen”): i turisti di oggi possono essere gli stessi di ieri (ma una persona che fa il giro di Parigi in pullman un venerdì ha voglia di rifarlo il sabato?)
Ieri, c’era sul marciapiede, proprio davanti al mio tavolino, un biglietto della metropolitana; oggi, ma non è detto che sia nello stesso posto, c’è l’involucro di una caramella (cellophane) e un pezzo di carta difficilmente riconoscibile (più o meno grande come una scatola di “Parisiennes” ma di un blu molto più chiaro).

da Tentativo di esaurimento di un luogo parigino TELP1, Georges Perec, Voland, a cura di Alberto Lecaldano

georges perec e la macchina del tempo

La data: 20 ottobre 1974 (domenica)
L’ora: 11.30
Il luogo: Café de la Mairie
Il tempo: Piove, strade bagnate. Schiarite passeggere. Per un bel po’ di tempo, nessun autobus, nessuna automobile.
Uscita dalla messa
La pioggia riprende a cadere
Giornata Nazionale delle Persone Anziane: molte persone portano sul bavero dei loro cappotti o dei loro impermeabili piccoli distintivi di carta: è la prova che hanno già fatto un’offerta
Passa un 63
Passa una signora che porta una scatola di dolci
(immagine classica all’uscita delle messe della domenica qui effettivamente verificata)
Qualche bambino
Qualche carrello per la spesa
Una due-cavalli con il parabrezza ornato con un caduceo condotta da un vecchio signore si sistema a lato del marciapiede; il vecchio signore viene a cercare nel caffè una vecchia signora che beveva un caffè leggendo “Le Monde”
Passa una signora elegante che tiene, con gli steli in alto, un grande mazzo di fiori.
Passa un 63
Passa una ragazzina che porta due grandi sacchetti della spesa
Un uccello viene a posarsi in cima a un lampione
è mezzogiorno
Temporale
Passa un 63
Passa un 96
Passa una due-cavalli verde mela
La pioggia diventa violenta. Una signora si fa un cappello con un sacchetto di plastica con la scritta “Nicolas”
Degli ombrelli si infilano in chiesa.

da Tentativo di esaurimento di un luogo parigino TELP.1, Georges Perec, Voland, a cura di Alberto Lecaldano,

Poiché nel post http://milaaudaci.oltreilibri.it/?p=145 ho giocato con una macchina del tempo, generata dalla minuziosa indicizzazione delle immagini (foto/video), àncoro il mio braccio a quello di Georges Perec che nell’elencazione oggettiva (o iper-indicizzazione) di una giornata fa del suo TELP.1 anche una macchina del tempo: per la signora con il sacchetto in testa, per coloro che nel ’74 subivano a ogni incrocio la vista di una due-cavalli verde mela, per tutti quelli che hanno preso un 63…

Alberto Lecaldano nella postfazione scrive:

(…)Il 18 ottobre 1974 nella piazza oltre a Getzler (intorno a mezzogiorno) si aggira Luigi Grazioli a quei tempi studente all’ècole Normale Supérieure e occasionalmente fotografo. In una foto inedita di Perec (pubblicato su “Riga”n.4, giugno 1993, dedicato a Georges Perec), racconta che dopo tanti anni riprende in mano e guarda le foto scattate quel giorno alle due e mezza (proprio mentre la campana della chiesa suonava a morto) e lì seduto a un tavolino tra gli altri avventori scopre che ce n’è “uno che scrive: un uomo con la capigliatura e la barbetta molto folte…Sembrerebbe proprio Perec”.

TELP.1 più che un’indagine etnologica è la vittoria sul tempo, sulla morte!
Quanto mi piace, questo nipote di Proust!

sull’autobiografia

Georges Perec: “Quest’autobiografia dell’infanzia si è fatta partendo da descrizioni di foto, da fotografie che servivano da intermediari, da strumenti di avvicinamento a una realtà di cui sostenevo di non possedere il ricordo. In realtà si è fatta attraverso un’esplorazione minuziosa, quasi ossessiva a forza di precisazioni, di dettagli. Attraverso questa minuziosità nella scomposizione, qualcosa viene rivelato. Je me souviens si colloca in una specie di via di mezzo e potrebbe continuamente precipitare nella relazione che ho con questo ricordo. Quando scrivo “Mi ricordo che la mia prima bicicletta aveva le gomme piene”, non è un’innocente banalità! Ne ho ancora la sensazione fisica eppure, apparentemente, è una cosa neutra.”

Frank Venaille: “Sì, è per quanto riguarda questa pseudoinnocenza, questa falsa apparenza della neutralità, non pensi che avresti benissimo potuto lavorare con una scatola di fotografie portateti da qualcuno e appartenenti a una famiglia a te sconosciuta, che ti avrebbe così fornito gli elementi di una finzione?”

Georges Perec: “L’ho fatto! Ho partecipato a una trasmissione televisiva intitolata La vita filmata dei francesi, che era un montaggio di film di dilettanti degli anni ’30-’36, per il quale ho scritto il commento. Ho quindi lavorato su documenti nei quali ho ritrovato quasi la mia propria storia.”

da Sono nato – Il lavoro della memoria(intervista di Frank Venaille), Georges Perec, Bollati Boringhieri, trad.di Roberta Delbono