Tag Archives: friedrich hölderlin

L’uomo

Chi vive a sé e si mostra quanto resta,
è come dividesse il giorno in giorni.
E’ un piegarsi squisito a “ciò che resta”,
diviso da natura, senza invidie.

E’ come solo, in altro, vasto vivere,
con verdi primavere e lenti estati amiche,
finché cala veloce l’annata nell’autunno
e ci avvolgono sempre nubi e nubi.

il 28 luglio 1842

Con umiltà,

Scardanelli

 

Le Liriche, Friedrich Hölderlin, Adelphi, a cura di Enzo Mandruzzato

palingenesi

Auguste Strindberg

Col sole io bramo sovente dall’alba fino al tramonto percorrere rapido l’orbita vasta, sovente seguire col canto il grande moto di adempimento dell’antica Natura,
E, come il capitano reca sull’elmo l’aquila in battaglia e
trionfo, così vorrei ch’ella mi portasse
Potente la brama dei mortali.
Ma abita pure un dio nell’uomo, sì ch’egli vede il passato e futuro e come dalla corrente a ritroso su nella montagna alla fonte egli vaga a diporto pei tempi
Dal muto libro delle sue gesta egli è noto al passato per
– – che offre, d’oro.

da Inni, Friedrich Hölderlin, Vallecchi, trad. di Leone Traverso

ricordo

filari di pioppi van gogh

Da nordest soffia il vento
Che mi piace su tutti, perché dona
Ai naviganti un’anima di fuoco
E il buon viaggio.
Ma adesso va’ e saluta,
Tu, la bella Garonna
E gli orti di Bordeaux: corre il sentiero
Là su la sponda ripida e nel fiume
Si sprofonda il torrente, mentre in alto
Stanno a guardia due nobili
Querce, e gli argentei pioppi.

Questo ancor mi sovviene, e come il bosco
D’olmi curva le vaste
Cime sopra il mulino,
Mentre verdeggia nel cortile un fico.
Vengon le brune donne i dì di festa
Lievi sfiorando il serico terreno.
Tempo è di marzo, quando notte e giorno
S’eguagliano, e trasvolano per lenti
Sentieri blande brezze
Gravi di sogni d’oro.

Ma qualcuno mi porga
La profumata tazza
Colma d’oscura luce,
Ond’io possa aver pace; ché dormire
Sotto quell’ombra mi sarebbe dolce.
Buono non è disanimati stare
In pensieri di morte;
È buono aver colloqui, e dire il senso
Del proprio cuore, ed ascoltare a lungo
Il racconto dei giorni dell’amore
E dei fatti che furono…

Friedrich Hölderlin tradotto da Diego Valeri

sull’entusiasmo

Esistono vari gradi di entusiasmo. A cominciare dall’allegria, che certamente rappresenta il grado più basso, fino all’entusiasmo del condottiero che nel mezzo della battaglia con accortezza mantiene possente il suo genio, vi è una scala infinita. Salire e scendere questa scala è vocazione e delizia del poeta.

da Scritti di estetica, di Friedrich Hölderlin, SE Studio Editoriale, a cura di Riccardo Ruschi