Tag Archives: fiabe

che ci dice il mare?

Durante il mio ultimo viaggio in Portogallo, nelle ore più calde del giorno, quando l’indolenza mi vinceva il corpo e l’anima, sdraiato sul letto io mi divertivo a leggere lentamente lord Byron. Di quando in quando lasciavo il libro per…pensare? no! per fabbricare castelli in aria.
A momenti mi decidevo ad affacciarmi al balcone per contemplare un momento il mare che si stendeva indolentemente sulla spiaggia. Ed il canterellare dell’Oceano, mescolato agli echi di lord Byron, che tanto l’amò, m’aiutava a perseguire cose senza forma né sostanza. Il mio spirito si trovava, ecco, in una disposizione poetica, creatrice, quella che l’indolenza genera. Perché il poeta è prima di tutto un ozioso, un indolente, e dico ciò in onore del poeta.
Farò un elogio all’ozio, io che sono stimato per un uomo lavoratore e attivo? Sì, farò, almeno in parte, l’elogio all’ozio: dirò che l’ozioso è uno degli uomini più attivi.
Che ci dice il mare? Quel che vogliamo che ci dica. 

da Soliloqui e conversazioni, Miguel De Unamuno, Rinascimento del Libro-Firenze, 1939

la porta dell’inferno

La Porta dell’inferno, Rodin

Durante l’estate del 1900, pochi mesi prima di morire, Oscar Wilde andò a vedere un’opera d’arte di cui si parlava allora con ammirazione, La Porta dell’inferno di Rodin. Dopo averla contemplata si sarebbe rivolto all’artista non per chiedergli della sua opera d’arte, ma della sua scelta di vita, come se l’eccellenza della scultura lo invitasse a porsi ulteriori domande sul proprio percorso: lui che intendeva condurre la vita nel segno del bello, in che cosa avrebbe sbagliato? Lo scrittore avrebbe chiesto allo scultore: “Com’è stata la Sua vita?. E lo scultore avrebbe risposto:
– Buona.
– Ha avuto nemici?
– Non sono riusciti a impedirmi di lavorare.
– E la fama?
– Mi ha obbligato a lavorare.
– E gli amici?
– Hanno preteso che lavorassi.
– E le donne?
– Ho imparato ad ammirarle lavorando”.

 

da La bellezza salverà il mondo. Wilde, Rilke, Cvetaeva, Garzanti, trad.di Emanuele Lana

la falsa morta


emma 1916

Sulla tomba incantevole umilmente,
teneramente, sopra l’insensibile
monumento che prodiga d’amore
e d’ombre e d’abbandoni la tua grazia
compone stanca, muoio,
io muoio su di te, cado e mi prostro,

ma sul basso sepolcro
di te prostrato appena, la cui chiusa
estensione alle ceneri m’invita,
la falsa morta in cui torna la vita
freme, riapre gli occhi,
m’illumina, mi morde e mi rapisce
sempre una nuova morte
più rara della vita.

da Gli Incanti, Poesie, Paul Valéry, Feltrinelli, trad.di Beniamino Dal Fabbro

 


edmond baudoin

la macchina del tempo

 

In rete uno sconosciuto carica una foto/un video di un momento non necessariamente importante della propria vita: immaginiamo che questo signore scelga la foto di gruppo che ritrae un divertente bagno di mezzanotte alla Secca di Moneglia, immortalato nei primi minuti del 13 agosto 1991 e immaginiamo
ora che, proprio e solo in questa foto, si veda sullo sfondo il terrazzino della camera numero 12 dell’Hotel Leopold e un signore che fuma una sigaretta (la sua ultima). Lo sconosciuto carica la foto/il video su facebook o su youtube indicizzando con la seguente dicitura “La Secca, Moneglia, 13 agosto 1991″.
Ora invece ecco un’altra persona che sceglie di caricare in rete la foto o il video di una serie di onde di una mareggiata a Moneglia avvenuta in un giorno di luglio alla fine degli anni ’70 e, per caso o per scelta, include nello sguardo dell’obiettivo l’ abbraccio salvifico di un bambino intorno al piccolo tronco di una bambina che arriverà ad essere un albero carico di frutti grati.

Questa è la mia macchina del tempo. Io non potrò viaggiare fino alla mia infanzia, ma grazie alla precisa
indicizzazione di ciascuna foto e di ciascun video, forse i miei figli potranno viaggiare nel proprio tempo (non quello scelto dall’occhio dei genitori), almeno virtualmente.

Le foto che si scattano in famiglia e tra amici non sono davvero quelle rappresentative degli istanti di “radicamento”. Le foto/i video scattate/ripresi da sconosciuti possono invece casualmente cristallizzare quei momenti. La foto della bambina che rotola sulla sabbia, immaginando di lottare con il lupo, non sarà memorabile per lei (che giocava alla lotta ma non è uscita mutata dal gioco): sarà solo una bella foto, ben scattata, forse poetica.

 

Ci si radica inconsapevolmente, non è possibile riconoscere un momento come importante (e quindi scegliere di fotografarlo) mentre lo si vive. Non si può essere testimoni della propria vita (artificio dell’autobiografia).

L’unica foto che mi sorprende in uno dei momenti di ‘radicamento’ è quella che chiamo “Una giornata perfetta”: mio padre la scattò in un giardino labirintico e a terrazze a Molinetti di Recco nel 1979 e lui fu uno sconosciuto inconsapevole  dell’importanza di quell’istante; altrimenti non avrebbe scattato la foto.

 

Se volete donare una macchina del tempo ai posteri, indicizzate esattamente le foto e i video oppure seguite l’articolo di Chiara Somajni nell’inserto Domenica del Sole 24 ore del 30 maggio 2010

http://www.librinecessari.it/macchina del tempo.jpg

per alan

 

cappuccetto rosso


fabio negrin, da in bocca al lupo, orecchio acerbo

 

illustrazioni meravigliose, quelle di fabio negrin, che ingiustamente sono costrette ad accompagnare un testo ridicolo.
per favore non toccate-truccate-rimaneggiate-stravolgete le fiabe!
il lupo lo vogliamo e ci serve cattivo, sappiamo benissimo che quel lupo lì è diverso dai lupi sui calendari del wwf!

  
cinema totale

 

 

il mondo incantato

“se speriamo di vivere non semplicemente di momento in momento ma realmente coscienti della nostra esistenza, la necessità più forte e l’impresa più difficile per noi consistono nel trovare un significato alla nostra vita. è risaputo come molti abbiano perso la volontà di vivere, e abbiano smesso di provarci, perché questo significato è sfuggito loro. la comprensione del significato della propria vita non viene improvvisamente acquisita a una particolare età, neppure quando la persona ha raggiunto la maturità cronologica. al contrario, è l’acquisizione di una sicura comprensione di quello che può o dovrebbe essere il significato della propria vita a costituire il risultato finale di un lungo processo di sviluppo: ad ogni età noi cerchiamo, e dobbiamo essere in grado di trovare una pur modica quantità di significato conforme al modo in cui le nostre menti e il nostro intelletto si sono già sviluppati.” (da il mondo incantato, bruno bettelheim)

cappuccetto rosso

“il bambino trova questo tipo di significato attraverso le fiabe” (da il mondo incantato, bruno bettelheim)

il lupo

 

lotta con il lupo

fiabe

Vai a un reame di vento,
cauta rechi
sul capo una ghirlanda
di primule.

Sugli alberi le donne
con i capelli verdi,
nelle cascate i nani
che sanno il destino –

i pallidi guerrieri fra le barance,
le fanciulle che muoiono
per desiderio di sole –

e le capanne abbandonate
fra le miosotidi,
le pianure
d’asfodeli in cima alle rocce –

porte che si spalancano
su tesori sepolti,
arcobaleni che giacciono
infranti nei laghi –

Sali per la morena azzurra,
tra i filari di guglie grigie:
porti sulle spalle
un bambino
addormentato.

Antonia Pozzi 18 febbraio 1935