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intorno a un plesso solare aperto

xilo di Emilio Mantelli
 

 

Per un minuto, per un’ora, il mio amore riesce a ricoprire tutto, tutti: le pietre del selciato, John che piange sul suo sgabello invece di analizzare i suoi errori, David che mi offre un biglietto della metropolitana come se fosse un biglietto per Cipro, strade morte dove non potrebbe succedere nulla, e buie strade vuote piene di un’eccitazione incipiente; potrei perfino prendermi cura di un ego turbolento, essere instancabile, sempre a portata di mano, immensamente cauta.
Quell’uomo, quando glielo domandarono, non seppe dire perché si fosse alzato la mattina.
“Energia vitale? Così la gente penserà bene di me?”
Oh, ma esultare alle strisce pedonali! Sentire il cuore spezzarsi per i chili di troppo di quella grassona!

da Il riconoscimento delle affinità, di Elizabeth Smart

il futuro


Emilio Mantelli

 

Vi è una lingua degli indiani dell’America Latina (in realtà ve ne sono parecchie) in cui il futuro -l’idea di ciò che deve ancora avvenire- è posto alle spalle di chi parla. Il passato che egli può vedere, poiché è già verificato, si trova davanti a lui. Egli indietreggia nel futuro sconosciuto; la memoria va avanti, la speranza indietro.

da Linguaggio e silenzio. Saggi sul linguaggio, la letteratura e l’inumano, George Steiner, Rizzoli, trad.di Ruggero Bianchi