Gertrude Stein riesce notoriamente a sconvolgere i canoni fondamentali del genere autobiografico. Scrivendo l’Autobiografia di Alice Toklas, ella infatti contravviene alla regola elementare per cui il protagonista di un’autobiografia ne è anche l’autore. Nel libro in questione tale coincidenza salta. Come annuncia il titolo, Gertrude Stein scrive e firma l’autobiografia di un’altra, ossia l’Autobiografia di Alice Toklas, dove Alice parla in prima persona.
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L’Autobiografia di Alice Toklas è dunque un’autobiografia di Gertrude Stein, scritta da Gertrude Stein, dove Gertrude medesima compare però nel testo come un personaggio narrato da Alice. Il gioco della finzione può anche essere formulato diversamente. Si può infatti anche dire che, nell’Autobiografia di Alice Toklas, Alice stessa, pur figurando nel ruolo autobiografico della prima persona, viene tuttavia a svolgere il ruolo della biografa di Gertrude Stein. Insomma, la finzione è complessa e divertente proprio perché è esplicita. Il genere autobiografico e quello biografico si sovrappongono.
da Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione, di Adriana Cavarero, Feltrinelli