sulla riva


André Kertesz

 

I pontili deserti scavalcano le ondate,
anche il lupo di mare si fa cupo.
Che fai? Aggiungo olio alla lucerna,
tengo desta la stanza in cui mi trovo
all’oscuro di te e dei tuoi cari.

La brigata dispersa si raccoglie,
si conta dopo queste mareggiate.
Tu dove sei? Ti spero in qualche porto…
L’uomo del faro esce con la barca,
scruta, perlustra, va verso l’aperto.

Il tempo e il mare hanno di queste pause.

 

Mario Luzi 

diottrica

“Comincia una sorda lotta: uscire dal disegno.

Ieri, tornando con l’anfora al fiume, d’un tratto feci un saltello, improvviso anche per me; sperando d’aver sorpreso in velocità il pensiero di Dio. Sperando che almeno quel piccolo salto possa restare fuori del grande disegno.”

da Vangelo secondo Maria, Barbara Alberti, CdE

“Tu ti guardi allo specchio” egli scrive, dopo aver parlato della reciproca implicazione fra Io e Simultaneità “gesticoli, tiri fuori la lingua…Bene. Supponi ora che un dio maligno si diverta a diminuire follemente la velocità della luce.
Tu sei a 40 cm dal tuo specchio. Prima ricevevi la tua immagine dopo 2,666…miliardesimi di secondo. Ma il dio si è divertito a ispessire l’etere. E ora tu ti vedi dopo un minuto, un giorno, un secolo, ad libitum.
Tu ti vedi obbedire con ritardo. Paragona questo con quel che succede quando cerchi una parola, un nome ‘dimenticato’.
Questo ritardo è tutta la psicologia,-che si potrebbe definire paradossalmente: ciò che avviene fra una cosa…e se stessa!”

da Lettre à Pierre Louys, Paul Valéry, Morceaux choisis, Paris 1930, p.298, trad.di Giorgio Agamben

 

La scrittura e l’immagine

 

 

XVII Mostra Mercato del Libro Antico

Programma 2011

venerdì 15 aprile
Giornata Professionale

ore 16-18

sabato 16 – domenica 17 aprile
Mostra Mercato

Inaugurazione: sabato 16, ore 10
Apertura stands: ore 9.00-19.00 (ingresso libero)

Iniziative collaterali
dal 16 aprile all’8 maggio 2011
100 + 1 Libri d’Artista, una collezione in  mostra
Opere dagli anni ’60 al 2011
Collezione di Marco Carminati, catalogo a cura di Paolo Albani
Palazzo Trinci, orario 10-13 e 15-19
Inaugurazione: sabato 16 aprile, ore 10

 Sede: Palazzo Trinci, piazza della Repubblica – FOLIGNO
Informazioni: tel 0742 330.610 – 627

 

Avvertenze per gli operatori
Lo spazio espositivo è del tutto gratuito
La scheda di adesione deve pervenire entro il 5 aprile 2011 a:
Comune di Foligno – Biblioteca Comunale
Piazza del Grano – 06034 Foligno (PG)
Tel 0742/330610-330627 Fax 0742-340496 CelI. 333-7064785
E-mail: biblioteca.foligno@umbria2000.it; lidia.silveri@comune.foligno.pg.it

 


Palazzo Trinci, Foligno

 

Siur padrun da li béli braghi bianchi

Dream 2, Federica Salemi

Siur padrun da li béli braghi bianchi,
föra  li palanchi, föra  li palanchi,
sciur padrun da li béli braghi bianchi,
föra li palanchi, ch’anduma a cà.

da Canzoni italiane di protesta 1794/1974, dalla Rivoluzione francese alla repressione cilena, a cura di Giuseppe Vettori, Newton Compton Editori

la parte della gamba


foto di Lorenzo Gramaccioni

 

Il centro del racconto, nel bel mezzo del bosco, la favola dichiara la sua stessa misura, il motore logico nascosto che la mette in movimento. Al centro, il racconto svela la sua cifra latente, quasi incidentalemente: più che naso, Pinocchio ha gambe, e va lontano.
Non ancora adulta, non ancora madre, la bella bambina dai capelli turchini pronuncia la formula fondamentale:”Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo”. La forma, che sia teorica o oracolare, in ogni caso descrive e crea un buco, una frattura che divide il racconto: da una parte, illuminato, evidente, il naso, dall’altra la gamba, in ombra. Pinocchio non dirà mai bugie dalle gambe corte.
Dopo la morte per impiccagione, dopo il ritorno alla vita, dopo la crisi della bugia (dove sono nascoste le monete?) e la sua soluzione, nel limbo ovattato di una camera di convalescenza, alla luce aurorale o nebbiosa di questo luogo di passaggio del racconto, di passaggio dalla morte alla rinascita, quindi nel luogo leggendario di tutti i passaggi e di ogni trasformazione, là si incastra la leggenda della favola, il metalinguaggio che ne permette e ne indica una possibile decifrazione. Questa formula è un grafo che decide della lettura del racconto; un enigma e un perno, il punto più basso, dove tutta si appoggia la parabola del burattino e dove si assegnano luci e ombre.

Un luogo leggendario che circoscrive una zona di indistinzione, dove si dice ciò che è nascosto e si nasconde il detto: Pinocchio è in gamba, è gamba, nonostante l’enorme visibilità dei rari nasi lunghi. Un motore del resto non è altro che un sistema di sbilanciamento produttivo. La gamba, qui, diventa l’articolazione del racconto, la giuntura, la curva. Etimologicamente. Pinocchio piega, declina, si rivolge, nell’ombra, alla gamba.

Pinocchio trova una soluzione all’enigma: scappa a gambe levate. Si dà a gambe. È la soluzione giusta, è la soluzione errata. Fa sprofondare nel dolore la fatina, sfinge, spingendola nella tomba, mentre si salva da lei, dalle sue lusinghe e dalle sue minacce, Trova l’unica soluzione possibile all’enigma, la soluzione enigmatica, e dà alla fiaba la sua morfologia luminosa.

da Pinocchio: la parte della gamba. Corsa e arresti di un burattino, Francesco Zuccherini

il cipresso

Cede anche lui, il cipresso, alla frivolezza di metter fiori, ma chi li vede? come una sconvenienza li dissimula nell’asciutto aspetto di asceta. Immutato nel mutar delle stagioni, illeso dal tempo, s’erge, incrollabilmente ritto, sulla minutaglia che folleggia intorno; dall’alto della statura le rimprovera il breve tripudio; e quando il sopravvenir dell’inverno avvera il previsto repulisti, superstite sulla terra desolata, predica con l’impassibile contegno la caducità la vanità di tutto – il quaresimalista. Ah ipocrita! Par sì, a distanza, fuso di bronzo; ma accostato, scrutato dentro…lucertole, vespe, scorpioni, ragnatele, detriti…Che cosa nasconde nell’abbottonatissimo abito di prete, il moralista della coscienza sporca?

Camillo Sbarbaro in Elsinore, febbraio 1965

le sphinx

Le Sphinx, Franz von Stuck

 

All’ingresso, come a teatro, un lacché raccolse i nostri biglietti di invito e un altro, immediatamente, ci spinse verso un ascensore che, rapidissimo, ci portò al primo piano.

 

Le Sphinx, ingresso

 

Allora ci apparve uno spettacolo impressionante:una grande sala ellittica, il cui soffitto era una altissima cupola scintillante, sostenuta da colonne multicolori in magiche volute. Nel fondo, uno strano palco che si ergeva su sfingi bronzee e dal quale – attraverso scalini d marmo rosa- si scendeva fino a una larga piscina semicircolare, piena di acqua traslucida. Tre ordini di gallerie-in modo che l’asoetto complessivo della grande sala fosse di un opulento, fantastico teatro.

 

Le sphinx, Frank Horvat
 

 

The kiss of the Sphinx, Franz von Stuck

 

da La confessione di Lúcio, Mário de Sá-Carneiro, Sellerio

da Maisons closes parisiennes. Architectures immorales des années 1930, Paul Teyssier, Parigramme

Maria cara

í

María cara,
tu mi hai salvato dalla confusione. Lascia che io ti aiuti nella fatica: portare i battenti della porta di Gaza in cima alla montagna -(conosco bene ogni pietra, e posso servirti, con umiltà e precisione.)
Tu mi hai detto: “la paura è il demonio stesso” e questo mi ha salvato, in un momento di orrore. Lascia che te lo dica io, nel momento dell’ansia -non avere paura, cara- e lascia che io ti aiuti in silenzio, minutamente.

Vittoria

da Se tu fossi qui. Lettere a María Zambrano 1961-1975, Cristina Campo, Archinto

fantasia sulla morte di un aspirante scrittore

 

 

disegni di Federica Salemi

 

la donna con la rivoltella dichiara:

un merito eterno nei confronti dell’umanità: non ho mai scritto un cattivo libro. (da Diario (1941-1943), Etty Hillesum, Adelphi);

– scrivere romanzi…un’etica profonda la dovrebbe vietar serenamente. (da Controcielo. Romanzo grottesco, Mauro Marè, All’Insegna del Pesce d’Oro)

sotto il doppio mento di Carlo Emilio Gadda