Category Archives: occhio di milo

Fane games

La Passante

Vi sono dei momenti che ritornano a gesti incoscienti.
Fiore, è sera. Sbadiglio. Voi?

Il Passante

Io mi faccio in disparte e vi lascio passare.

La Passante

Troppo tardi, Signore. Vi siete già scoperto. Mi
cercherete.
“Calmo il meriggio discende al tramonto”.
Ho voluto sentirvi vivere, morire e rinascere in me.
Che volte di più? Posseggo la virtù di leggervi nelli
occhi.

Il Passante

Per un minuto di crisi isterica?
Credete alle risposte di un isterico?

La Passante

Indemoniato? Isterico?
Domenico di Guzman li abbruciava.

Il Passante

Parliamo senza ambagi.
Scoperto, spogliato? Se mi sapete.

La Passante

Dalla carne alla carne.

Il Passante

Vi sbagliate di nuovo.
Nel giardino saputo foglia a foglia,
come alla vostra voglia si compiacque,
un insetto, un virgulto, una pietruzza non avete
scoperto,
rimangono sconosciuti e inesperimentati.
In sulla stessa soglia della casa, un tenue lichene
grigio niello d’argento, disegna una cifra ad insegna,
che voi non conoscete, leggetela.
Anche una fine peluria di muschio
tra pietra e pietra velluta un’enigma. Leggete ancora.
Per ciascuno minuto la natura vi postilla una sigla,
vi convita a sorprese, vi porge un problema.
Or voi che amate catalogare l’anime,
un gesto vi rimanda all’infinito,
svolgete il teorema della semplice anima mia.
Due strofe, poesia delicata in versi:
due accordi, un’armonia limpida e vocale:
un profumo di fiori: o un impeto selvaggio:
tale una fiamma erompe dal Mongibello e abbrucia:
pioggia lenta di maggio sulle rose:
o polvere vetusta sulle cose:
contraddizioni. Ora trovate i nomi,
analizzate, scomponete, turate dentro le fiale
dell’alchimia morale
le varie essenze, le varie presenze, le infinite virtù
di questo spirito: e sui cristalli che mi serrano bene
incollate leggende a previsione di un non lontano
avvelenamento.
Questa chimica è assai pericolosa.

da Per quando cadon le foglie: III episodio, in Cinque episodii per l’esegesi di un blasone, in Le Antitesi e Le Perversità di Gian Pietro Lucini, Guanda, a cura di Glauco Viazzi

(dopo più e più anni, rileggendo questo, dovrò ricordare che è Il Passante ad avere la rima)

le città del tuo passato

Le città del tuo passato sono distese come belle addormentate e basta che ti chini su di loro e baci le loro labbra perché si alzino di nuovo alla vita, perché ti riabbraccino e si mettano a ballare con te seguendo una musica che una volta suonò, e che vive perché tu vivi, dietro tutto, dall’altra parte dei tuoi occhi.

Luis Garcia Montero

 

.-.-.

Era la mia città,

la città vuota.

Che bello che questo tempo

Che bello che questo tempo
è come tutti gli altri tempi,
che io scrivo poesie
come sempre sono state scritte,
che questa gatta davanti a me si sta lavando
e scorre il suo tempo,
nonostante sia sola, quasi sempre sola nella casa,
pure fa tutte le cose e non dimentica niente
– ora si è sdraiata ad esempio e si guarda intorno-
e scorre il suo tempo.
Che bello che questo tempo, come ogni tempo, finirà,
che bello che non siamo eterni,
che non siamo diversi
da nessun altro che è vissuto e che è morto,
che è entrato nella morte calmo
come su un sentiero che prima sembrava difficile, erto
e poi, invece, era piano.

da Poesie, Claudio Damiani, Fazi Editore

camminare sulla tua via

giorgio in collina

Camminare sulla tua via
o sei tu, sentiero, che cammini dentro di me,
o sei tu la creatura
e io un cammino, una via.
Perché tu, come sei intero,
come sei fatto bene, e formato
in tutte le sue parti.
E quando ti incontro, mi sembri vivo
ché ti fai incontro a me, felice,
o quando ti batte la pioggia, e stai immoto
come le mucche, senza cercare un riparo,
e già chiacchiera l’acqua
e diventi un ruscello.

da Poesie, Claudio Damiani, Fazi Editore

Madonna mora

la bicicletta

 

Vai per il mondo stronza
pigliati qualche cazzo
Pigliati qualche sbronza
fatti girare il pazzo

Fatti girare il saggio
d’ogni cosa che vuoi
fra i pollici: fanne sfoggio
con te sola – poi

Se ti voglio è capace di sporcarti
semprevergine te fica di legno
Dio geloso tornato dai deserti
dentro le porte tue ammira del regno
che a ogni singola urì settantadue
volte ripeto Io ti ripudio Io ti
Ripudio Io ti ripudio

con ira
e con studio

da Rimato a morte, Giulio Braccini, Edizioni Braccine