Mi fingevo d’avere la devozione di Kätchen, ma l’unico salto, compiuto e riuscito, è quello – non verso, ma – da te alla Signora.
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OGGI, PRIMA DEL COMPLETO RICOLLOCAMENTO, PROMESSO DAL COMUNE DI ROMA, PER LE PERSONE IN STRADA E CON IL DIRITTO ALL’ACCOGLIENZA:
19imo SGOMBERO A PIAZZALE MASLAX
ore 7.30
Ecco come Roma si prepara per la Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno 1951-20 giugno 2017):
19imo sgombero in corso oggi a Piazzale Maslax.
Ai link sotto è possibile apprezzare la causa di future sanzioni per violazione di diritti umani internazionali:
ore 12.30:
Aggiornamento da Baobab Experience:
Il mandato dello sgombero deriva direttamente dalla questura. Non avevano alcun mandato di sequestro dei beni. Abbiamo minacciato di denunciarli e ci siamo seduti per terra per bloccare l’accesso all’Ama. Sono intervenuti anche i senatori Luigi Manconi e Massimo Cervellini ,Stefano Fassina
L’Ama si è allontanata, la questura ha chiamato in causa Ferrorie delle Stato, proprietari del piazzale, intimando di chiudere l’area.
Sono tornati alcuni ragazzi da via Patini dichiarando che per poter essere rilasciati sono stati obbligati a firmare un documento di cui ignorano il contenuto perché non c’era nessun mediatore presente.
Stato di polizia.
Abbiamo filmato le dichiarazioni. Seguirà denuncia
#iostoconilbaobab #latendaèmia
brevimiranza 3
Certi poeti che figurano nelle ultime pagine della rivista (Frontespizio) (ragazzini come Saba, Tosto, ecc), non ce li avremmo voluti vedere (dico noi al plurale, per indicare tutta una porzione del pubblico).
da una lettera di Aldo Capasso a Luigi Fallacara (senza data, circa 1934)
brevimiranza 2
Adriano Grande non è un poeta di molto valore, ma val meglio di Quasimodo, checché sembri credere Betocchi. E certi giovani (Sinisgalli, De Libero, ecc) continuano la perniciosa opera di Quasimodo nella loro passiva idolatria della musica verbale, e sull’insufficienza di spina dorsale che distingue la loro poesia.
da una lettera di Aldo Capasso a Luigi Fallacara, senza data ma risalente più o meno al 1937
brevimiranza n.1
I vari Betocchi, Vigorelli, Villa si sono dati ad un singolarissimo culto del nome Montale (dico singolarissimo, perché si sta perdendo il senso delle proporzioni. Nessuno sa meglio di me che ci sono -con un non lieve residuo intellettualistico- cose molto belle negli Ossi di seppia. ma è altrettanto vero che, da quando scrisse Arsenio, Montale, come poeta è finito. La sua seconda raccolta, La casa dei doganieri, è totalmente negativa, e peggio che mai le cose posteriori!). Ungaretti vien ridotto ad annunziatore di una poesia, che in Montale è totalmente matura!
Io sono ignorato, e Betti attaccato. Ciò che Montale deve alle “petrosità” di Sbarbaro, e anche di Rebora, è taciuto. Di Saba non si parla più,è in fondo ignorato anche lui. Moscardelli, la cui ascesa è continua, è ignorato del pari. Onofri? Ignorato anche lui. La poesia moderna si chiama Montale!
da una lettera di Aldo Capasso a Luigi Fallacara del 1937