Se avessi, tu, una vespa rossa, percorrerei – dopo tanto e un’altra volta – il viadotto della Cassia per chiederti di condurmi all’inghiottitojo, anche senza Sip, lontani dai vent’anni, con Bacco felice morto e sepolto.
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aKätchen de noantri
Mi fingevo d’avere la devozione di Kätchen, ma l’unico salto, compiuto e riuscito, è quello – non verso, ma – da te alla Signora.
Nessuna strada
Da quando decidemmo che la strada fra noi
cadesse in disuso,
e murammo i cancelli, piantammo alberi a schermo,
e scatenammo tutti gli agenti corrosivi del tempo,
silenzio, e spazio, ed estranei –
la nostra incuria ha avuto poco effetto.
Foglie si ammucchiano non spazzate, forse; non falciata
l’erba cresce e si abbarbica. Niente altro è cambiato.
La strada è così netta, e tanto poco
seppellita tra le erbe che stasera
percorrerla non sembrerebbe strano. E sarebbe possibile.
Tra poco il tempo sarà il più forte
e disegnerà un mondo
dove nessuna strada come questa
correrà tra noi due. Osservare quel mondo
sorgere come un sole freddo, ricompensando altri,
è la mia libertà. Non impedirlo
è il compimento della mia volontà.
Volerlo, è il mio male.
da Ti ingannasti meno in Le nozze di Pentecoste, Philip Larkin Einaudi
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No road
Since we agreed to let the road between us
Fall in disuse,
And bricked our gates up, planted trees to screen us,
And turned all time’s eroding agents loose,
Silence, and space, and strangers – our neglect
Has not had much effect.
Leaves drift unswept, perhaps; grass creeps unmown;
No other change.
So clear it stands, so little overgrown,
Walking that way tonight would not seem strange,
And still would be allowed. A little longer,
And time will be the stronger,
Drafting a world where no such road will run
From you to me;
To watch that world come up like a cold sun,
Rewarding others, is my liberty.
Not prevent it is my will’s fulfilment.
Willing it, my ailment.
Al mi bel
La luce profonda chiede per apparire
La luce profonda chiede per apparire
Una terra battuta e sonora di notte.
È un legno tenebroso quel ch’esalta la fiamma.
Occorre alla parola stessa una materia,
Inerte sponda di là d’ogni canto.
Dovrai per vivere varcare la morte,
La più pura presenza è un sangue versato.
Da Ultimi gesti – Movimento e immobilità di Douve, Yves Bonnefoy, Einaudi, trad. di Diana Grange Fiori
Crescita dell’amore
poesia di John Donne
Edda Gaber/Monica Perozzi venerdì 12 luglio 2019 sarà in scena a Nurachi (Oristano) con la sua “Lulù courage”
La confessione
Sarebbe bastata una passeggiata nel parco delle zanzare. Ora è tardi.