XVIII

Géronte, d’une autre Isabelle,
A quoi t’occupes-tu
D’user un reste de vertu
Contre cette ribelle?

La perfide se rit de toi,
Plus elle t’encourage.
Sa lèvre meme est ou outrage.
Viens, gagnons notre toit.

Temps est de fruir l’amour, Héronte,
Et son arc irrité.
L’amour, au déclin de l’été,
Ni la mer, ne s’affronte.

***

Perché, o Geronte, d’un’altra Isabella,
t’incamponisci a perdere
quel di virtù che serbi estremo verde
contro una tal ribelle?

Si permette, la perfida, e si nega,
con alterno dileggio.
Perfino il labbro suo ti porta oltraggio.
Rincasiamo, ti prego.

Tempo è, Geronte, di fuggir l’amore
e il suo arco iracondo.
Sfida l’amore non giova, né l’onda,
quando l’estate muore.

da Le Controrime, Paul-Jean Toulet, Sellerio, La Civiltà Perfezionata, 1981, a cura di Gesualdo Bufalino

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