Il remoto re degli uccelli, il Simurg, lascia cadere nel centro della Cina una splendida piuma; stanchi della lunga anarchia, gli uccelli decidono di cercarlo. Sanno che il nome del loro re vuol dire Trenta Uccelli; sanno che la sua reggia si trova sul Kaf, la cordigliera che cinge la terra.
Intraprendono la quasi infinita avventura; superano sette vallate, o mari; il nome della penultima è Vertigine; l’ultima si chiama Annientamento, Molti pellegrini disertano; altri periscono. Trenta, purificati dalle fatiche, giungono alla montagna del Simurg. Finalmente lo contemplano: si accorgono che essi stessi sono il Simurg e che il Simurg è ciascuno di loro. Il Simurg contiene i trenta uccelli e ciascun uccello il Simurg. (Anche Plotino, Enneadi, V, 8, 4 – afferma un’estensione paradisiaca del principio di identità: “Tutto, nel cielo intelligibile, sta dappertutto. Qualsiasi cosa è tutte le cose. Il sole è tutte le stelle, e ogni stella è tutte le stelle, e ogni stella è tutte le stelle e il sole”).
da Il Simurg e l’Aquila in Nove saggi danteschi, Jorge Luis Borges, Adelphi, Piccola Biblioteca, trad. di Tommaso Scarano