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Così, ogni carne va al cilicio del sale: il frutto di cenere delle nostre veglie, la rosa nana delle vostre sabbie, e la sposa notturna riaccompagnata a casa prima dell’aurora…
Ah! ogni cosa vana al vaglio della memoria; ah! ogni cosa insana ai pifferi dell’esilio: il puro nautilo delle acque libere, il puro impulso dei nostri sogni,
E i poemi della notte ripudiati prima dell’aurora,
l’ala fossile incastrata nei grandi vespri d’ambra gialla…
Ah! bruciamo, bruciamo, all’avvento delle sabbie,
tutti questi detriti di piuma, di unghia, di capigliature dipinte e di tele impure;
E quanto ai poemi nati ieri, ah! i poemi nati una sera al bivio della folgore, sono come cenere nel latte delle donne, infima traccia…
E componendo per me, con ogni cosa alata di cui non conoscere l’uso, un puro linguaggio senza scopo né corso,
Ecco che concepisco ancora un grande poema delèbile…
da Esilio (IV) , Saint-John Perse, SE Studio Editoriale, trad. di Stefano Agosti