Tempo fa il Mucògeno mi leccò la faccia nel sonno: ridestandomi nel raccapriccio, capii immediatamente che la sua flegmatica bava, impregnandomi la pelle, mi stava trasmettendo dei dati. Fra questi un apologo, corrispondente a un dipresso al testo che segue:

“Ogne conchiglia ha lo càlcare secreto e formato dalle medulla sue; e tutto e congruo e verace. Ma se il mollusco defunge, e l’asilo deserto viene occupato da l’infingardo Paguro, questa l’addimandiamo Menzogna, poiché tutto è distorto: epperò la natura stessa del parassito la denuncia per tale, sicché a noi sape tuttavia di socratica Verità. Ma dessi anche il caso, ch’è il tertium, per cui il mollusco maliziosamente dia al proprio alloggio forma non necessaria, com’è dire bivalve allora che sia d’uopo di una, oppure in guisa di coclea allor che sua stirpe vorrebbe cuspide ovver cannolicchio: dove non è chi non veda come lo starsi dell’informe mollurie nel càlcare strutturato partecipi eziandio e del falso (poiché mentita è la forma) e del vero (poiché essa è nella Storia). Diximus”.

Non ci vuole molto a cogliere l’antifona: cristallizzandomi, mi sono falsificato: e vivendo e scrivendo, e scrivendo della mia vita e vivendo nella mia scrittura.

da Leggenda privata, Michele Mari, Einaudi

Oggi alle 18 incontro con M.M.

’Associazione Civita – Piazza Venezia, 11 – Roma

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