Fuga dal fuoco

(…) Dobbiamo fidarci dei titoli, dal momento che Troia in fiamme non si vede affatto (…)
La fuga da Troia mostra una famiglia, in cui son presenti tre generazioni, che scappa a precipizio. È osservata da una prospettiva insolita e potente, dall’alto e di tre quarti, per meglio suggerire l’urgenza della fuga stessa. Il pesante corpo del padre di Enea, Anchise, è raffigurato a cavallo delle spalle del figlio, all’altezza del nostro occhio, per farci sentire l’incombenza del suo peso, ulteriormente aggravato dalla pia ostinazione del vecchio nel voler portare con sé le divinità familiari. Oppure si tratta di un dio solo? La statuetta rappresenta una figura col turbante, forse appartenente a una tradizione ancora più antica della medesima Troia. Il movimento della famiglia lungo la diagonale di fuga è rapido e deciso, e la sposa e madre lo chiude in modo emblematico. Sappiamo anche troppo bene ciò che avvenne a Enea. E Anchise ebbe onorata morte in Sicilia. Che cosa accadde alla sposa di Enea? Qualcuno dice che si perse nelle tenebre. Qualcun altro afferma che morì arsa viva. Non riuscì a tenere il passo. Rimase indietro. Era necessario che sparisse, affinché Enea potesse amare Didone senza commettere adulterio. Anche Didone morì in fiamme. Su di una pira funeraria. Enea si accompagna a donne ardenti.

da Volare via dal mondo, Peter Greenaway, Abscondita, trad. di Roberto Rossi Testa

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