Leva dunque, lettore, all’alte rote
meco la vista, dritto a quella parte
dove l’un moto e l’altro si percuote;
e lì comincia a vagheggiar nell’arte…
Cosa significherebbe per Dante la contemplazione dell’ordine universale, se non potesse chiamare altri uomini – tutti gli uomini, ch’egli vede come suoi lettori – a guardare, a godere con lui, seguendo l’autorità e la perentorietà del suo cenno?
da Come s’insegna Dante, Bruna Cordati, Nistri-Lischi