L’osservatore risulta essere simultaneamente “colui che guarda” e “colui che è guardato”. Sta a lui operare la relazione intertestuale.
(…)
è ” l’occhio sorpreso” dello spettatore (una definizione davvero felice, di Francoise Siguret) che deve stabilire la necessaria dipendenza tra i due livelli dell’immagine.
da L’invenzione del quadro. Arte, artefici e artifici nella pittura europea, Victor I. Stoichita, Il Saggiatore, trad. di Benedetta Sforza