appunti per 24 scatti n.2

La proiezione ottica va dunque progettata come visione inclinata di una composizione scenica che possiede un ordine e un significato in sé per sé. Ad esempio, danzatori in cerchio attorno a una figura centrale sono disposti per esser visti non come un cerchio distorto, vale a dire come un’ellisse, bensì come un cerchio visto lateralmente. Da qui il duplice compito del regista, che deve organizzare l’azione in scena secondo la sua logica, ma al tempo stesso deve anche tener conto della sua proiezione rispetto alla prospettiva inclinata degli spettatori.

(…)

Tali osservazioni in merito al teatro e alla pittura rappresentativa evidenziano il fatto sconcertante che noi guardiamo il mondo obliquamente. Anziché essere di fronte a esso come spettatori, siamo dentro di esso e vi apparteniamo. E pertanto lo consideriamo parzialmente, e in base a una prospettiva personale. La nostra visione interpreta ma anche fraintende, la nostra posizione nel mondo, dilemma che deriva dalla funzione ambigua della mente umana. In modo tipicamente e forse esclusivamente umano, partecipiamo attivamente a ciò che accade nel mondo, e nel medesimo tempo cerchiamo di considerarlo con il distacco di un osservatore.

da Il potere del centro, Rudolf Arnheim, Abscondita, trad.di Angelica Tizzo

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