segni

Ogni segno ha due metà: designa un oggetto, significa qualche cosa di differente. La faccia oggettiva, è la faccia del piacere, della fruizione immediata e della pratica. Prendendo questa strada, abbiamo già sacrificato la faccia “verità”. Riconosciamo le cose, ma non le conosciamo mai. Confondiamo ciò che il segno significa con l’essere o con l’oggetto da esso designato. Passiamo accanto agli incontri più belli, sottraendoci agli imperativi che ne emanano: all’approfondimento degli incontri abbiamo preferito la facilità delle ricognizioni. E quando proviamo il piacere di un’impressione, come lo splendore d’un segno, non sappiamo far altro che rendere omaggio all’oggetto con espressioni di stupore o di entusiasmo.

da Marcel Proust e i segni, Gilles Deleuze, Einaudi

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