A Franca Violani Cancogni, Roma
Torino, 25 agosto 1950
Cara signora,
che Einaudi non la paghi non è niente di nuovo. Si faccia pagare anticipato, la prossima volta, è l’unico modo.
Ho avuto il suo *, ma non so che farne. A me questa poesia mi disgusta profondamente, e imporrei una tassa di 100 000 lire per ogni verso, da pagarsi in lavori forzati.
Le rimando il manoscritto. Se crede, lo presenti a Muscetta (Via Uffici del Vicario) che dovrebbe dirigere una collana di poeti.
Cordialmente.
Senza la firma di Cesare Pavese
Dattiloscritto (copia) nell’Archivio Einaudi