navigazione

Luca Cambiaso

Grandi scrosci, sempre più fitti pullulano i fantasmi del mare,
il marinaio è corso su per la scala, state pronti, figlioli!
è corso su, si è steso, si è sospeso in una rete invisibile,
come un ragno che spia le scosse della tela.

Vento! – vento! La nave imbizzisce, e strappa le briglie,
cade sul fianco, affonda nella spumosa bufera,
s’impenna, ha calpestato le onde e prende di scorcio il cielo,
taglia di fronte le nuvole, acciuffa il vento sotto le vele.

E il mio animo l’albero innalza a volo in mezzo al vortice,
l’immaginazione si gonfia come la treccia di queste vele,
involontariamente un grido si unisce al coro festoso;

apro le braccia, cado sul petto della nave,
mi sembra di incalzare il suo slancio col mio petto:
mi sento leggero! forte! felice! so cosa sia essere un uccello.

da I sonetti di Crimea e altre poesie, Adam Mickiewicz, Adelphi, a cura di Elena Croce e Elisabetta Cywiak

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>