L’uomo non può fare a meno di storicizzare e di storicizzarsi. Cristo il punto d’incidenza tra Dio e la storia. Ci siamo appropriati di Cristo, nostro simile, per esorcizzare ciò che è assolutamente altro. Incommensurabilmente lontano. Per rendere meno insopportabile tale lontananza.
Le cose non esistono se non vengono narrate. La lieta novella fa esistere Dio e lo fa nascere in una mangiatoia, luogo da dove ha inizio la nostra teofania che ha compimento nell’eucarestia.
Dio verbo dell’origine, l’essere all’infinito, noialtri i participi, presenti e passati, nella narrazione del mondo cui l’essere partecipi dell’intreccio impone alcune bizzarre vicende.
Ma è il linguaggio che urge e assurge a personaggio che agisce nel paesaggio. La nostra vita un pittoresco gioco di incontri linguistici, di relazioni sintattiche. Le consonanti sono i moti, le vocali aperte le aurore, quelle chiuse i tramonti. Dio crea nominando. Gerendo gerundi navigare l’infinito. Occorre sempre la narrazione per ripercorrere la creazione.
da Controcielo. Romanzo grottesco, Mauro Marè, All’Insegna del Pesce d’Oro