senza parsimonia

weegee

Quanti ricordi vanno a baciarsi con i pensieri! Il pensiero ha origine del fine: chi non si pone mete non pone mente. L’origine è da sempre incominciata ma la fine è già iscritta nell’origine. Dunque la fine è ciò che era in principio. La vita è il trascurabile scarto rispetto a ciò che già da sempre è finito. Per questo va vissuta senza parsimonia.

(…)

Una torma di bruchi che dorma sognando farfalle. Brulichio di esserini intercambiabili, ognun dei quali sogna d’esser unico, inconfondibile.
Ciò che ci muove è la domanda di senso. Non potendo ottenerlo come significato, lo cerchiamo come direzione.
Eppure la vita è gioco per noialtri, noi in quanto altri, altri di volta in volta, gioco del farsi altri per provocare il comico, per sottrarci al tragico.
Fuggire l’identità. Essere sempre altri in un teatro mutevole. Questo gioco del teatro e questo teatro del gioco oltre il senso del limite e oltre il limite del senso è fuori del romanzo: il romanzo è borghese perché abbisogna dell’identità che nasce solo dall’appartenenza, dalla necessità sociale. Il romanzo è incompatibile con la filosofia e con la poesia perché queste sono cosmiche e antiborghesi, in quanto attingono direttamente l’universale. Il romanzo ha germinato nell ferita che ha separato la filosofia dalla poesia.
Un romanzo che sia post-moderno e che nello stesso tempo superi il post-moderno in direzione speri-mentale dev’essere in grado di ricreare la suprema sintesi dei valori universali poetico-filosofici ma non può essere altro che un romanzo che assiomaticamente si neghi come romanzo.

da Controcielo. Romanzo grottesco, Mauro Marè, All’Insegna del pesce d’oro

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