L’arte che volesse rappresentare la vuota forma esteriore o la limitazione dell’individuale, sarebbe morta e insopportabilmente pedante. Noi non vogliamo certo vedere l’individuo, quanto piuttosto il suo concetto vivente. Ma se l’artista riconosce il lampo e l’essenza dell’idea creatrice che è in lui, allora raffigura l’individuo come un mondo a sé, come una specie, come un eterno archetipo; e chi ha afferrato l’essenza, può anche non temere il rigore e la severità, perché essa è condizione della vita.
da Le arti figurative e la natura, Friedrich W.J. Schelling, Abscondita, a cura di Giulio Preti con una nota di Fabio Minazzi