Ecco la meraviglia delle meraviglie! Un ritmo squisito simile a quello delle statue che abbiamo appena ammirato; ma in più, qualcosa di meditativo: perché qui non troviamo più la forma convessa, al contrario, il busto in questa dea si curva un po’ in avanti come nella statuaria cristiana. E tuttavia niente di inquieto né tormentato. Quest’opera è uno dei più alti momenti dell’ispirazione antica: è la voluttà regolata dalla misura, è la gioia di vivere cadenzata, moderata dalla ragione.
da L’arte. Conversazioni raccolte da Paul Gsell, Auguste Rodin, Abscondita, a cura di Luca Quattrocchi, che ci dice che Rodin scrisse un saggio poetico sulla Venere di Milo, pubblicato con il titolo Vénus. à la Vénus de Milo, in “L’Art et les Artistes”, n.11, marzo 1910