Portare il passo
alle estreme conseguenze,
cammini il grasso
senza reticenze.
Si ferma nelle immagini
il decoro,
quell’aria triste
da dopolavoro.
Esiste un muoversi
corretto e senza sprechi,
un camminare giusto
come ciechi.
Ma preferisco al busto
il pigiama,
lo sputo di disprezzo
del lama.
Non si avvicini a me
chi giunge eretto,
voglio essere re
del non detto.
La giungla si fa foresta,
torna liana,
la musica si appresta
ad esser strana.
Venga soltanto
chi cammina storto,
zampe a toccare terra,
passo confuso e corto
e troverà che vive
quello che sembra morto.
da SOS Bangladesh, il futuro in una biblioteca. Poesie, racconti e immagini, pp.203-208, Stefano Venturini, Wip Edizioni
Foto dall’archivio di Maurice Sans Terre