alla stazione

Riproduzione in LEGO da Henri Cartier Bresson

Le gare St.-Lazare: una principessa che soffia e che fischia, con lo sguardo di un orologio. “Pour notre homme, – dice Jacques de Lacretelle – les fares sont vraiment des usines de rêves”. (Le rêveur parisienne, Nrf, 1927). Certo: oggi, nell’epoca dell’automobile e dell’aeroplano, non sono più che lente, ataviche mostruosità quelle che ancora giacciono fra i neri padiglioni, e quella desueta commedia dell’addio e dell’arrivederci, recitata sullo sfondo delle carrozze pullman, fa del binario un teatrino di provincia. Ancora una volta va in scena per noi il vecchio e consunto melodramma greco: Orfeo, Euridice ed Ermes alla stazione. Nella montagna di bagagli che la circonda si apre nel cunicolo roccioso, la cripta in cui ella s’inabissa quando l’ermetico capotreno, fissando gli occhi umidi di Orfeo,dà con la sua paletta il segnale di partenza, Solco doloroso dell’addio che, come il graffio di un vaso greco, guizza sui corpi dipinti degli dèi.

da I Passages di Parigi, Vol.I, – Casa di sogno, museo, terme, Walter Benjamin, Einaudi.

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