Quando ogni giorno, estrosa, la Natura
generava altri mostri, avrei voluto vivere
vicino a una fanciulla gigante, come un gatto
voluttuoso vicino a una regina.
Vedere insieme all’anima il suo corpo fiorire
e libero in terribili giochi crescere – e capire
dall’umida nebbia che fuma nei suoi occhi
la fiamma buia accesa nel suo cuore.
Minuzioso esplorare la fastosa bellezza
delle sue forme, scalare le sue ginocchia immense,
e a volte, d’estate, quando il torbido sole
l’atterra supina per tutta la campagna
addormentarmi all’ombra del suo seno
come un borgo tranquillo appiè d’una montagna.
da I fiori del male, Charles Baudelaire, Einaudi, trad.di Giovanni Raboni