III


Notturno, Osvaldo Licini

La poesia rinnova la vita, sì che per un attimo
Riviviamo la prima idea…Placa in noi
La fede in un principio immacolato.

E ci sospinge, sulle ali di una volontà inconsapevole,
Verso una fine immacolata. Muoviamo tra questi due punti:
Da quel sempre infante candore alle sue più tarde varietà.

Da quel candore nasce la potente euforia
Di ciò che proviamo quando il pensiero ci pulsa
Nel cuore, come sangue che appena sia giunto,

Un elisir, una tensione, un puro potere.
La poesia, grazie al candore, ci dà sempre di nuovo la forza
Di ritrovare di ogni cosa l’immacolata natura.

Ad esempio: di notte un arabo intonando
Infernali ubla-ubla-ubla-ahh inscrive
Nella mia stanza un’astronomia primitiva

Attraverso gli informi presagi che lancia il futuro
E scaglia le stelle sul pavimento. Di giorno
Era la colomba a gorgheggiare ubla-uh,

E sempre l’oceano gonfio d’iridescenza continua a tuonare uh,
E gonfia e tuona uh, e gonfia e ricade.
La vita insensata ci trafigge coi suoi misteriosi rapporti.

da Note verso la finzione suprema, Wallace Stevens, Arsenale Editrice, a cura di Nadia Fusini

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