“quant’è, dottò?” “300,00 euro”

La rarità del genio non è stata, nelle intenzioni del creatore, un motivo per cui la società si mettesse in ginocchio davanti all’uomo dotato di facoltà eminenti, ma un mezzo provvidenziale perché ogni funzione fossa assolta con massimo vantaggio per tutti.
 
Il talento è una creazione della società molto più che un dono della natura; è un capitale accumulato e colui che lo riceve ne è soltanto il depositario. Senza la società, senza l’educazione che essa dà e senza il suo aiuto poderoso, il temperamento più bello resterebbe – anche nel campo che deve esaltarlo- al di sotto delle capacità più mediocri. Più vasto è il sapere di un uomo, più bella è la sua immaginazione, più fecondo il suo talento, più costosa ancora è stata la sua educazione, più brillanti e numerosi furono i suoi predecessori e i suoi modelli, maggiore è il suo debito.

da Che cos’è la proprietà, Pierre-Joseph Proudhon

Sor Lurè, avevi ragione tu…

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