Verità nei boschi, Lorenzo Gramaccioni
Ho abbracciato l’alba d’estate.
Sulla fronte dei palazzi ancora nessun segno di vita. L’acqua era morta. le zone d’ombra non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le gemme guardarono, e le ali senza rumore si levarono.
La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi bagliori, un fiore che mi disse il suo nome.
Risi al wasserfall biondo che si scarmigliò attraverso gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.
Allora uno dopo l’altro sollevai i veli. Nel viale, agitando le braccia. Nella pianura, dove l’ho denunciata al gallo. Per tutta la città tra companili e cupole, lei fuggiva, e come un mendicante correndo sulle banchine di marmo, io l’inseguivo.
In cima alla strada, vicino a un bosco di lauri, cingendo la nube dei veli la strinsi, e un poco quel corpo immenso sentii. L’alba e il ragazzo caddero in fondo al bosco.
Al risveglio era mezzogiorno.
Da Illuminazioni, Arthur Rimbaud, SE Studio Editoriale, trad,di Cosimo Ortesta
meraviglioso. io abbraccio le stelle, i profumi, il silenzio.