la stella di mare

Dentro la notte nera del mio antro
Una favilla provocante
Urtò contro il grembiule di cuoio
Che per abitudine tenevo
Attorno ai miei fianchi inoperosi.

Forse una parola sussurrata
Da Cassandra: utile a che futuro?
Doveva dunque rivelarsi
Tra l’una e l’altra delle mie cinque differenze,
A conclusione d’una traiettoria
Di menzogna e verità?
Atto vile è proteggersi.

Sù la testa, artigiano in sudore
Cui fu breve ogni chiarezza!
La sorgente che è nel cielo,
Di veleno succhiato mille volte,
Non era luna inaridita
Ma la stella di sale strofinata,
Regalo d’un Passante di fortuna.

da Canti di Balandrane, René Char, Mondadori

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