3 thoughts on “fagocitazione”

  1. Ti mando il mio tema quasi libero, leggilo sapendo che sono andata fuori tema e che non ho mai avuto abbastanza libertà emotiva per governare la scrittura (la perentorietà dello scritto mi lascia sul palato un sacro terrore, per questo ho sempre scritto solo poesia e mai prosa, almeno poter aspirare alla perfezione, alla massima contrazione e limatura della pensiero). Sentendo e risentendo i Blonde redhead è uscita questa storiella e non saprei dirti quanto e come ne è stata influenzata. 

    "L'erba fredda dell'inverno (se fu inverno quel tempo) le disegnava la gota di un profilo netto, chiaro come il pieno sul vuoto, stesa com'era, il volto a contatto col terreno: Leopold la vedeva così dall'altezza delle sue ginocchia inchinate, caracollato in voto al suo sdraiarsi, poggiare il capo sull'erba, chiudere gli occhi. Vide la sua chiarezza diafana, credette di poterle cancellare d'un colpo i lineamenti dal viso tanto ella fu, si svelò trasparente: ella era una cosa di luce. Non potè non chiedersi, il razionalissimo Leopold, se Lucia fosse veramente una cosa fatta di luce o se agisse nei suoi propri occhi quel formidabile potere della mente metaforica, quella capienza intellettuale di trasformare l'esperito in un sistema, in una funzione: ella era di Luce in sé o era soltanto una Lucia che i suoi occhi trasfiguravano di Luce purissima? Era la di lei Luce un fatto o un artefatto?
    Sul crinale di questi pensieri, Lucia aprì gli occhi e fu un improvviso tirar di tende: “Se fosse stato altrimenti, avremmo potuto” disse, fece una pausa, guardandolo “ma siamo qui, per cui, andiamo”. Lei si alzò, scattando, lui, tratto su dalle ginocchia nodose, la seguì e ripresero a camminare su quel sentiero terroso. Camminavano da giorni, forse mesi, ma non potevano contare come si tiene il numero di una cosa nota, ordinata. Avevano iniziato a parlare e a camminare ad un certo punto di un certo giorno, incontratisi per caso in un certo luogo: poi sul filo di un rimbalzo di verba e scatti di arti avevano continuato a dirsi, seminarsi nella mente dell'altro, camminando, camminando, camminando. Lo spazio era divenuto, come il tempo,un oggetto confuso, una corrente in fieri, ora strada, ora monte, ora prato; le stagioni erano passate sulle cose come un soffio, le ramificazioni di un platano autunnale diradate nelle maglie elettrostatiche di una città estiva, i gradini fatti rocce, i muschi asfalto, l'asfalto pioggia. Nell'assottigliarsi dello spazio, nella linearità di un continuum non-sense temporale, Lucia aveva saputo, di un pensiero emerso dalle visceralità della mente (lo stomaco dei pensieri) l'essenza di Leopold, il suo significare come una cosa certa scolpita nelle fattezze di lui, torbide, oscure, astute. Ella sentendo di contenerlo nei confini stretti del suo cranio, si chiese se lui avesse avuto mai una madre, se fosse germinato in un altro utero: era germogliato egli altrove o era lei (l'immensa strettezza della sua scatola cranica) ad averlo partorito? 
    Mentre Lucia parlava, Leopold la vide nascere dalle sue stese parole una ragazzina bionda, la gonna tremare al vento, e partorì di lei, da lei, l'oscurità; la vide una fonte di luce buia, una tabula di abissale luce il cui fondo si oscura: Leopold stesso sentì illimpidirsi e oscurarsi e la contenne. Ancora, camminando di un passo unisono, essi sentirono dilatarsi e penetrarsi, i confini confusi: capirono di trascorrere un universo anfibio. Laggiù, all'orizzonte trasparente della mente, videro l'approdo: un edificio bianco, un albergo."  

    Non ho continuato per due motivi: 1. vorrei ardentemente sentirti scrivere e continuare un mio incipit. 2. Avrei continuato parafrasando "La nostra anima" di Savinio e non mi pareva il caso :)

    Un abbraccio forte 
    Laura

  2. Cara Laura,
    GRAZIE del dono, del racconto circolarmente chiuso e, come un ciliato di Odilon Redon, fagocitante l'improbabile traccia proposta, il sogno della macchina del tempo e soprattutto tutta la luce petrarchesca.
    A presto,
    M.

  3. Io ringrazio per il posto tra tali altezze e per il complimento che, come puoi immaginare, è riuscito graditissimo.
    un abbraccio e sappi che sono pronta a qualsiasi proposta :) 

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