Lungo spettro d’argento commosso
il vento della notte che sospira
aprì con mano grigia la mia ferita antica
e fuggì via: io desideravo.
Piaga d’amore che mi darà la vita
con sangue perpetuo e pura luce.
Crepa dove Filomena ammutolita
metterà bosco, dolore e nido bianco.
Ah, che dolce rumore nella mia testa!
Mi coricherò vicino al fiore semplice
dove vive senz’anima la tua bellezza.
E l’acqua errante diventerà gialla
mentre scorre il mio sangue nella macchia
odorosa e bagnata della riva.
da Romancero gitano e altre poesie, Federico Garcia Lorca, Guanda, trad.di Carlo Bo