luigi falorni

La vicenda di Luigi Falorni, candidato all’Oscar per il documentario dal titolo “La storia del cammello che piange”, ha quasi il sapore di una fiaba. Studente di Cinema a Berlino, Falorni, che è originario del Mugello, si era lasciato convincere dalla compagna di corso mongola Byambasuren Davaa a presentare come tesi di laurea un documentario da filmare in Mongolia, nel deserto dei Gobi, dove una famiglia di nomadi era alle prese con una madre cammello che non riconosceva più il figlio.

Una volta realizzata, la pellicola dei due studenti ha prima entusiasmato gli spettatori di un festival in Germania, per poi commuovere le platee del Festival di Toronto. A quel punto il documentario è diventato un fenomeno che in America ha già fatto incetta di premi, compreso quello del Sindacato Registi. Infine, è giunta la notizia della candidatura all’Oscar. “A volte mi sembra di essere finito nel posto sbagliato – scherza Falorni – Il passaggio dal deserto mongolo alla pedana rossa di Hollywood è traumatico”.

Luigi Falorni è figlio di un medico molto noto al Mugello: “Finora ero conosciuto dalle mie parti come ‘il figlio del medico’ – racconta – adesso mio padre è diventato ‘il padre del regista’. E’ una soddisfazione”. A chi gli chiede previsioni per la cerimonia di Los Angels Falorni risponde con un sorriso tranquillo: “Io il mio Oscar l’ho già vinto”.

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